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"Fare chiarezza sull'Ucoii". Radicalismo islamico, la Lega lancia l'allarme
27-05-2025, 07:32
Il report della Francia sui Fratelli Musulmani può avere un impatto anche sull'Italia? Dall'inizio è emerso un dato preoccupante contenuto all'interno del report effettuato dai Servizi di intelligence francesi, ovvero come il fondamentalismo islamico si sia radicato in modo forse irreversibile anche in Europa e come anche il nostro Paese sia coinvolto: «L'Istituto Italiano degli Studi Islamici e Umanistici di Verona, noto come "Bayan", ha ricevuto finanziamenti kuwaitiani attraverso l'Internationa lIslamic Charity Organisation. Diventerebbe il principale centro di formazione per gli imam in Europa», si legge. Ma chi, sul nostro territorio, potrebbe condividere o sostenere l'ideologia dell'Islam politico della Fratellanza? A rispondere a questa domanda è l'europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint che si chiede quale sia il ruolo dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia: «Da tempo emergono seri interrogativi sull'UCOII, il cui presidente, non a caso, ha recentemente attaccato la mia battaglia contro le moschee irregolari e in difesa dei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Principi che l'ideologia dei Fratelli Musulmani, come evidenziato chiaramente nel recente rapporto francese, mira a sovvertire in favore della Sharia, arrivando ad affermare che "il Corano è la nostra costituzione". È lecito domandarsi perché l'UCOII non si esprima con altrettanta fermezza nel condannare visioni retrograde e incompatibili con i nostri valori democratici, come la sottomissione della donna attraverso il velo integrale o la poligamia». Il velo è oggi estremamente diffuso in Italia, e abbiamo potuto toccare con mano la sofferenza di molte donne anche occupandoci del caso di Paderno Dugnano, dove loro sono spesso costrette addirittura alla totale clausura, non potendo nemmeno aprire le finestre dei loro appartamenti per non rischiare di essere l'«oggetto» del desiderio di altri uomini. Diverse le varianti per coprire il volto: c'è l'hijab, che avvolge la testa e il collo, il niqab lascia scoperti solo gli occhi, mentre il burqa copre tutto il corpo, incluso il viso. Un aspetto che il vuole regolamentare soprattutto per ragioni di sicurezza. Era stata proprio la Lega a presentare una proposta di legge alla Camera per il divieto di indossare nei luoghi pubblici indumenti «atti a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab». Un'iniziativa considerata «di buonsenso contro chi non rispetta la nostra cultura e i principi di libertà occidentali»da parte del vicepremier Matteo Salvini, che aveva sottolineato «tolleranza zero per chi costringe in modo oppressivo donne e ragazze a indossare il velo, con carcere e stop alle richieste di cittadinanza». A preoccupare, quindi, sono anche le derive che il fondamentalismo islamico può intraprendere e, secondo la Cisint «diversi esponenti dell'UCOII hanno assunto posizioni ambigue sul fondamentalismo islamico, mentre le radici dell'organizzazione mostrano storici legami con reti ideologicamente affini alla Fratellanza. A tutto ciò si aggiungono interrogativi sui cospicui finanziamenti provenienti dal Qatar, in particolare attraverso la Qatar Charity Foundation: parliamo di milioni di euro, il cui utilizzo dovrebbe essere trasparente, soprattutto se destinati all'apertura e al sostegno economico di moschee sul territorio italiano». Viene chiesta chiarezza, perché «quando l'islamismo radicale è numericamente minoritario, si traveste da moderato, penetra nelle istituzioni e trova appoggi, soprattutto a sinistra. Ma l'obiettivo non è l'integrazione: è la graduale sovversione del nostro sistema democratico dall'interno. L'Italia non può permettersi di diventare una "dependance" dei radicalizzati».
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