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"Farò il possibile per vedere Putin". La promessa di Zelensky: Trump manda Rubio
Ieri 13-05-25, 21:43
Volodymyr Zelensky l'ha ripetuto: lui giovedì in Turchia ci sarà e aspetterà l'arrivo di Vladimir Putin per un faccia a faccia. Farà "tutto il possibile" perché l'incontro avvenga: aspetterà ad Ankara dove incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ma se Putin dovesse decidere di presentarsi a Istanbul, si sposterà con Erdogan nella città sul Bosforo. "Se Putin non arriva e continua a giocare", però, "sarà la prova definitiva che non vuole porre fine alla guerra", ha detto il presidente ucraino parlando con i giornalisti a Kiev. L'idea di colloqui diretti Russia-Ucraina era stata offerta nel fine settimana da Mosca, rilanciando sulla proposta di 30 giorni di cessate il fuoco avanzata dai leader europei, pena sanzioni. Ma Zelensky aveva alzato la posta chiedendo un incontro direttamente ai vertici, con Putin. Dal Cremlino ancora nessuna conferma su chi andrà: "Quando il presidente lo reputerà necessario lo annunceremo", ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Ma il pressing affinché un incontro fra Zelensky e Putin si tenga è alle stelle. Tanto che Donald Trump, dopo avere detto lunedì che stava pensando di andare anche lui all'incontro, dall'Arabia Saudita dov'è stato accolto in pompa magna da Mohammed bin Salman ha annunciato che in Turchia per i colloqui ci sarà una delegazione Usa, guidata dal segretario di Stato Marco Rubio. "Questa settimana, probabilmente giovedì, si terranno dei colloqui in Turchia che potrebbero portare a risultati piuttosto buoni", ha detto il tycoon. Secondo informazioni di stampa la delegazione russa sarebbe guidata dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov e includerebbe il consigliere di Putin per la politica estera Yury Ushakov. Ma Kiev l'ha chiarito: Zelensky in Turchia non intende incontrare nessun funzionario russo che non sia Putin perché colloqui di livello inferiore equivarrebbero solo a "trascinare" qualsiasi processo di pace, ha detto il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak. Parallelamente il braccio di ferro prosegue anche sulla questione se il cessate il fuoco debba precedere l'inizio dei colloqui. La Russia ha nei fatti respinto il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni che era stato richiesto dall'Ucraina e dai leader dell'Europa occidentale a partire da lunedì, quando ha lanciato più di 100 droni sul Paese. Che la minaccia delle sanzioni sia ancora valida l'ha ribadito anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz: "Aspettiamo che il signor Putin approvi la proposta di cessate il fuoco di 30 giorni e concordiamo sul fatto che, se questa settimana non ci saranno progressi concreti, lavoreremo insieme a livello europeo per inasprire significativamente le sanzioni", ha detto. Il leader del Cremlino, dal canto suo, ha definito "idioti" coloro che impongono sanzioni "anche a loro proprio danno". "Naturalmente dobbiamo tenere presente che possono fare ciò che dicono pubblicamente e noi, ovviamente, dobbiamo almeno ridurre al minimo le conseguenze negative per noi", ha detto. L'Ucraina, intanto, si è detta "pronta a qualsiasi formato di negoziato" con Mosca, "ma prima deve esserci un cessate il fuoco" ha ripetuto il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, sottolineando che i negoziati sono impossibili mentre "il popolo ucraino è sotto attacco 24 ore su 24 da missili e droni russi".
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