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Fate pure la guerra, ma lasciate che gli italiani muoiano in pace
Oggi 28-06-25, 12:13
Fate tutte le guerre che volete ma lasciate in pace l'Italia. La sola idea che la Nato possa trascinarci in un conflitto mondiale mi fa tremare i polsi. E non vedo cosa ci sia da festeggiare in questo programma di riarmo che vede aumentare, dal 2 al 5 per cento del Pil, le spese per gli armamenti. Non si raggiunge la pace caricando i fucili. E non è moltiplicando i carri armati che si ottengono benessere e ricchezza. Da qualche tempo a questa parte però pare che la guerra vada molto di moda. Prima il conflitto in Ucraina. Poi quello in Medio Oriente. Israele ha le sue ragioni: combatte per sopravvivere e ha attaccato Teheran per scongiurare il rischio dell'atomica e pacificare un'area sotto la costante minaccia di un regime oscurantista che brandisce la religione come una clava e annichilisce il popolo coi suoi guardiani in turbante. Ho letto in questi giorni racconti strazianti di anziani e bambini che a Tel Aviv facevano la spola tre volte al giorno tra i salotti ordinati e i rifugi soffocanti dei palazzi per salvarsi la vita. E ho visto famiglie ebree fare il giro del mondo per tornare a casa dai propri cari tenuti in scacco dagli allarmi e dai missili di Teheran. In Israele la guerra è un virus silente che ammorba le giornate e accompagna le esistenze, è così da sempre. Si combatte per difendere il proprio diritto ad esistere e non c'è dubbio che per il popolo intero sia cosa buona e giusta. Ma per noi la guerra cos'è? È una ferita in bianco e nero. Un passato polveroso di macerie e dolore. Un agitarsi di nozioni e date studiate malamente sui libri di scuola. O di racconti tragici di nonni che scappavano dalle bombe e dai volteggi notturni di Pippo e si rifugiavano nei terrapieni delle campagne dove c'erano solo buio e paura. Oggi è la guerra degli altri. La usiamo come spauracchio per aizzare le folle contro il governo Meloni nei cortei del sabato che ammiccano ad Hamas e precedono l'aperitivo della sera. Anche quando parliamo di regimi e fascismi non lo facciamo per comprendere realmente il passato ma perché va di moda e perché è un grimaldello comodo che la sinistra usa per la sua propaganda ignorante. Leggo piani di reclutamento dei nostri soldati che qualche esperto di difesa abbozza nei salotti televisivi, prima i soldati di carriera, poi i riservisti (che hanno concluso il servizio da poco) quindi i semplici cittadini dai 18 ai 45 anni, e resto basito. Vi immaginate cosa vorrebbe dire metterli in atto? I vecchi come me sarebbero risparmiati dal supplizio, dio ce ne scampi, non ho la voglia di sollevare la forchetta figurarsi la pistola. Ma tutti gli altri andrebbero a farsi fottere al fronte come soldatini di marzapane e sarebbe una strage di massa. Lo stesso ministro della Difesa Crosetto, che mi pare persona illuminata e pacata, ha detto che non siamo preparati per un conflitto. Mancano le forze e, aggiungo io, la motivazione. L'intelligence lavora benissimo e i nostri soldati sul campo sono preparati, ma non sono abbastanza e gli italiani hanno altro per la testa. Non pensano alla guerra, non la vogliono, non la contemplano e andrebbero in panico alla prima sirena. Mancano gli equipaggiamenti, mancano i mezzi, mancano i rifugi nucleari: nelle cantine dei palazzi di città è rimasto qualche vecchio bunker ma si tratta di due assi scalcinate e una manciata di cemento che un missile moderno manderebbe in frantumi come un grissino. I giovani poi non sono avvezzi ad affrontare una lite per strada, figurarsi la minaccia di un soldato che ti punta un'arma addosso. Si potrebbe risolvere il tutto con la leva obbligatoria ma vorrebbe dire ingolfare le fila dell'esercito di aspiranti disertori o rammolliti pronti a fuggire alla prima occasione infischiandosene del proprio paese. Chiedete a un giovane se andrebbe a combattere per l'Italia o a morire per la patria. Vi risponderebbe candidamente di no. Anche perché la sinistra li ha abituati a pensare che il patriottismo sia un rigurgito di taluni nazionalismi e di una destra imbellettata (leggasi Meloni) che avrebbe fatto della patria il sinonimo di autorità, conservazione e (cito testuale) «lugubre incitazione a una morte gloriosa». Sarebbero talmente obnubilati dalla propaganda in auge nelle piazze che finirebbero per non comprendere nemmeno più chi è il nemico. Lo abbiamo visto in questa guerra missilistica conclusa da Trump in tempi rapidissimi: Israele era la vittima acclarata, l'America il suo alleato prezioso, eppure i comunistini di ogni risma si schieravano con il regime che impicca i gay, annichilisce le donne sotto tonache nere e agita lo spauracchio di una distruzione nucleare come una banderuola alla festa del paese. Ci sarebbe l'Europa a dare la dritta sul tema della difesa militare, ribatte qualche europeista convinto e non ancora disilluso. Ma quale Europa, domando io, che qualunque cosa faccia combina pasticci e non è stata in grado di darsi un'anima e un'unità di intenti. Alla conferenza di primavera che doveva spiegare il piano di difesa generale dei paesi europei, la commissaria all'Uguaglianza e alla Gestione delle crisi ha illustrato il kit di sopravvivenza per 72 ore da distribuire alla popolazione in caso di guerra o altre catastrofi. Sapete cosa conteneva? Un paio di occhiali per vedere il nemico, qualche soldo in contanti perché la banca sotto casa sarebbe sventrata, una medicina per la tachicardia ineluttabile e uno snack. Questa è l'Europa che vorrebbe difenderci tutti quanti e guidarci fuori dal guado. Credetemi: le guerre le vince chi è più forte non chi ha ragione. E a farne le spese sono sempre i civili, in particolare i vecchi, le mamme e i bimbi piccoli che non hanno armi, non hanno rabbia e non sanno come difendersi dalla cattiveria che stravolge il mondo. Papa Francesco diceva verità innegabili sulla bestialità dei conflitti. E anche Leone XVI ha inveito contro chi incoraggia il riarmo. Ma i preti sono poco ascoltati, anche quelli che indossano la mozzetta rossa e si affacciano dalle stanze vaticane. Non resta dunque che sperare nella Meloni. Quanto al resto del mondo: fate la guerra che volete ma lasciate che gli italiani muoiano in pace.
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