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Festa della musica nel carcere di Paliano: la musicoterapia strumento per reinserire chi sbaglia nella società
Ieri 23-06-25, 21:26
La musica partenopea protagonista nella Casa di Reclusione di Paliano (Colleferro-Fr) in occasione della Festa internazionale della musica. Sabato 21 giugno l'evento “Song ‘e napule: Musicanti d'a' città ‘e Pulecenella”, ha dato l'occasione ai detenuti e alle detenute, che hanno cantato e suonato, di essere protagonisti “musicanti”. L'evento ha chiuso anche quest'anno il laboratorio di musicoterapia che si realizza nel carcere palianese dal 2019 fortemente voluto dalla Direzione, precisamente dalla dottoressa Anna Angeletti e dall'Area Trattamentale che coordina ed integra attività volte alla rieducazione e riabilitazione dei detenuti. Sono trascorsi sei anni in cui (anche durante il Covid) non è mai mancato un fil rouge continuo e diretto, molto importante, di confronto e condivisione con l'Area Educativa che supporta e sostiene i reclusi, prigionieri soprattutto del loro mondo interiore, delle dinamiche di difficile interazione e, nello specifico, in questo carcere, abitato da collaboratori di giustizia, per la difficile ricostruzione di una nuova identità. Il laboratorio di musicoterapia denominato “Musica Dentro”, condotto e ideato da Silvia Riccio, musicoterapeuta e presidente dell'associazione “Musicamente Aps” di Roma, dal 2013 si realizza in diverse case di reclusione e circondariali. Si tratta di un laboratorio espressivo musicale che favorisce nel detenuto/a la crescita personale, stimola la comunicazione, la relazione ed integrazione alla comunità carceraria, facilita il raccontarsi, favorisce la libera espressione di stati d'animo, emozioni, sentimenti. In pratica, il musicoterapeuta qualificato si avvale di volta in volta di suoni, voce, canto, improvvisazione musicale o di musiche strutturate, di movimento e danze affinché il laboratorio possa essere uno spazio in cui i partecipanti siano liberi di esprimersi, di comunicare e di entrare in relazione con l'altro con modalità diverse. La musicoterapia non produce arte ma trae un valore terapeutico dal processo creativo che permette la mobilitazione delle risorse insite in ogni individuo, potenzialmente sane e riparatrici di qualsiasi squilibrio sia fisico che psichico. Il linguaggio musicale insegna ai detenuti nuove modalità di relazioni favorendo un clima non ostile e competitivo ma empatico. La cooperazione e la condivisione delle restrizioni di libertà personali e di segregazione sociale ed affettiva nel laboratorio trovano contenimento ed è possibile anche rileggere comportamenti e ricostruire la propria identità. “Song ‘e napule: Musicanti d'a' città ‘e Pulecenella”, è stata una Festa, un “Gran Finale”, un Viaggio tra le sonorità partenopee che ha riempito la sala del Castello di Paliano in una entusiasmante e vigorosa alternanza di canti e musiche che le detenute hanno dedicato ai detenuti e viceversa. Da “A città e Pulecenella” passando per “Gente magnifica gente” fino ad una scatenatissima “Tammurriata nera” con strumenti percussivi che ha coinvolto anche tutto il pubblico presente, la meta è stata raggiunta: la libertà di esprimersi ed essere visti nella metamorfosi, finalmente! La straordinaria collaborazione del Maestro Marco Russo, virtuoso chitarrista napoletano, alla direzione di Silvia Riccio ha incentivato l'emozionante performance. La musica classica napoletana, nota nel mondo, è risuonata fortemente nel cuore e nei ricordi della popolazione detenuta di Paliano, in gran parte appartenente al sud, e l'identità sonora, di appartenenza alla propria terra d'origine, ha permesso loro di sentirsi, almeno per quel giorno, “a casa”.
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