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Flotilla, il dem a bordo che rovina la narrazione della sinistra: "Quei droni non partono da Israele"
Oggi 24-09-25, 13:19
È stata una notte difficile quella vissuta dall'equipaggio della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria che sta cercando di raggiungere Gaza via mare, portando medicinali e aiuti civili in un luogo di guerra e morte. A bordo, tra attivisti internazionali e operatori civici, ci sono anche quattro parlamentari italiani, tra cui l'onorevole Arturo Scotto del Partito Democratico. Il suo collegamento telefonico questa mattina su RTL 102.5, nel corso della trasmissione “Non Stop News”, non è passato inosservato. Il deputato ha raccontato di un episodio che ha colpito la Flotilla durante la notte, all'altezza di Creta e in acque internazionali. Secondo il suo racconto, sarebbero stati avvistati droni che hanno lanciato bombe sonore e gas urticante, danneggiando le vele di almeno undici imbarcazioni. “Stanotte ci sono venuti a trovare con intenzioni meno pacifiche”, ha spiegato Scotto. “Hanno lanciato bombe sonore, i cosiddetti flash-bang. C'è stato anche qualche gas urticante e, allo stesso tempo, delle interferenze alle comunicazioni. Non ce lo aspettavamo. Questo è un chiaro avvertimento, ma continueremo”. Parole forti, che raccontano un'azione intimidatoria preoccupante, ma che assumono un peso particolare per un'altra osservazione fatta dallo stesso deputato: “Non sono droni che partono da Israele”, ha detto, sottolineando come l'episodio sia ancora da chiarire, anche dal punto di vista della provenienza degli attacchi. La precisazione, quasi una nota tecnica all'interno di una testimonianza molto più ampia, ha però suscitato sorpresa e riflessione. Non tanto per quello che dice in sé, quanto per il contesto in cui arriva: una consistente parte del mondo politico e mediatico di sinistra tende a collegare automaticamente ogni ostilità alla missione con l'azione del governo israeliano e quella di Scotto suona come una smentita interna. Il deputato, al contrario dei molti suoi colleghi, adotta un tono più prudente e aperto all'accertamento dei fatti. Un approccio che, pur nella denuncia netta dell'attacco, non cede alla semplificazione e si muove lungo la linea del dubbio responsabile. “Siamo ancora a Creta, a poco meno della metà del viaggio. È evidente che ci troviamo di fronte a un'azione ostile, ma non ancora spiegata. E chiediamo una risposta chiara da parte dei governi”, ha concluso. Le sue parole non sono passate inosservate nemmeno in Parlamento. Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, ha colto l'occasione per chiedere maggiore prudenza nelle dichiarazioni e sottolineare la complessità della situazione. “Trovo singolare – ha detto Malan – che l'onorevole Scotto, che si trova lì, dica che non sono droni israeliani, mentre qui c'è chi ne è certo. Allora forse dovremmo aspettare i fatti prima di evocare scenari di guerra o attacchi diretti all'Italia”. Il riferimento, neanche troppo velato, è a certi toni usati nelle ultime ore da alcuni esponenti dell'opposizione e da una parte del mondo dell'informazione, dove si è parlato apertamente di attacco “ai danni dell'Italia”. Una lettura che Malan ritiene prematura, anche in considerazione delle raccomandazioni già presenti sul sito della Farnesina, che sconsigliava la partecipazione a missioni in quell'area del Mediterraneo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito nelle scorse ore l'impegno del governo nel tutelare l'incolumità dei cittadini italiani a bordo della Flotilla, precisando che è stato attivato un canale di comunicazione costante con l'equipaggio. Nessuna conferma ufficiale, però, su chi abbia effettivamente condotto l'azione notturna contro le imbarcazioni. Da parte sua, Scotto ha riconosciuto il ruolo delle autorità italiane, pur sollecitando una presa di posizione più chiara da parte del governo e dell'Unione europea in merito alla legittimità del blocco navale e alla necessità di aprire un corridoio umanitario verso Gaza. Alcuni osservatori hanno interpretato l'intervento del deputato dem come una presa di distanza dalle posizioni più nette di certa sinistra, che da tempo denuncia senza mezzi termini le responsabilità di Israele nella crisi umanitaria palestinese. In un contesto geopolitico già carico di tensioni — tra guerre dimenticate e crisi diplomatiche che si intrecciano — la prudenza può essere una forma di responsabilità, soprattutto da parte di chi rappresenta le istituzioni. E forse anche per questo le parole di Scotto hanno suscitato attenzione: perché raccontano un episodio grave, ma lo fanno con il passo di chi cerca di capire, prima di accusare. L'episodio della scorsa notte resta grave. Che si tratti di un'azione intimidatoria è difficile negarlo. Ma proprio per questo sarà importante che le autorità internazionali chiariscano quanto accaduto. La presenza di parlamentari europei a bordo, insieme a decine di attivisti, non può essere ignorata. In gioco non c'è solo la sicurezza delle persone, ma anche la credibilità dei valori umanitari e civili che l'Europa e l'Italia dicono di voler difendere. “La nostra missione – ha detto Scotto nei giorni scorsi – è un gesto di pace e solidarietà”. Anche ora, in mezzo alla tensione, sembra che il deputato dem voglia che quel messaggio resti intatto.
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