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Forza Italia continua a spingere per lo ius scholae. Il messaggio di Tajani: paura è debolezza
Ieri 06-07-25, 21:29
Sul tema cittadinanza si accende ancora lo scontro in maggioranza e le scintille tra Forza Italia e Lega rischiano di appiccare qualcosa di più grande che, finora, neanche la premier Giorgia Meloni è riuscita a spegnere. Il nodo è sempre quello dello ius scholae: Forza Italia propone il diritto alla cittadinanza dopo dieci anni di scuola in Italia, ma il rifiuto degli alleati è categorico. Il nuovo botta e risposta lo innesca, ancora una volta, il vicepremier Antonio Tajani, che a passare per quello che cambia idea al primo 'rimprovero' non ci sta, e neanche al secondo o al terzo. "Vorrei convincere i nostri alleati e i cittadini - rilancia il segretario di Forza Italia intervistato da Bruno Vespa al Forum in Masseria -, non siamo pericolosi lassisti, né deboli, ma l'esatto contrario". "Non è il colore della pelle che ti fa italiano e non c'è il pericolo di un'invasione islamica nelle nostre scuole. Io credo fortemente nella nostra identità e nella nostra cultura", aggiunge, prima della stoccata che sembra indirizzata proprio a chi più di altri lo ha criticato nelle ultime ore: "Se siamo forti della nostra identità perché dovremmo avere paura di inglobare? Quello è un segno di debolezza". "Io voglio avere più italiani perché c'è bisogno anche di manodopera straniera nelle nostre imprese", prosegue, per poi sottolineare, se qualcuno nel centrodestra non lo avesse ancora capito: "Io non ho fatto nessuna marcia indietro, non sono abituato a farlo". La replica della Lega arriva a stretto giro e non potrebbe essere più netta: "Invitiamo l'amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza - si legge in una nota -. Non passerà mai, non è previsto dal programma di centrodestra, è stata bocciata perfino dal recente referendum promosso dalla sinistra. Guardiamo avanti, al Paese non serve un'estate di inutili polemiche: abbiamo il dovere di realizzare il programma che ha convinto gli italiani a darci fiducia". Il tema "è parte del programma di centrodestra quando parla di integrazione economica e sociale dei migranti regolari", tiene il punto Tajani, "lungi da me pensare di mettere in difficoltà il governo di centrodestra ma è mio dovere dire di affrontare i problemi sociali e cercare di risolverli, perché non li può e non li deve risolvere la sinistra che li ha sempre strumentalizzati". Anche la bocciatura del referendum sulla cittadinanza, checché ne dicano gli alleati, secondo Tajani "dà ragione a noi, che eravamo contrari perché quella proposta parlava di cinque anni", e per lo stesso motivo non crede in un eventuale appoggio delle opposizioni: "Non siamo disposti ad accordi al ribasso come quello proposto dal Pd. O dieci anni o non se ne fa nulla". "Lungi da me pensare di mettere in difficoltà il governo di centrodestra - conclude - ma è mio dovere dire di affrontare i problemi sociali, perché non li può e non li deve risolvere la sinistra che li ha sempre strumentalizzati". Dopo la nota al vetriolo la Lega torna sul punto anche via social e, in un post che chiude senza appello a qualsiasi ulteriore discussione, pubblica una locandina con su scritto "Ius Scholae? La cittadinanza non si regala" e un commento lapidario: "post muto". Tanta è la tensione nella maggioranza che le opposizioni commentano poco e piuttosto restano in attesa di capire se Forza Italia terrà il punto o tornerà a più miti consigli concentrandosi sulla legge per la separazione delle carriere in magistratura che, gli azzurri non si stancano mai di ripeterlo, è "la madre di tutte le riforme". Dal canto suo, il Movimento cinque stelle si dice pronto a chiedere in settimana la calendarizzazione alle Camere delle proposte di legge da tempo depositate sul tema cittadinanza e il presidente Giuseppe Conte ribadisce: "Lo ius scholae addirittura siamo stati i primi a portarlo come pdl nelle scorse legislature". "Tajani sia conseguente e noi a quel tavolo in Parlamento ci siederemo - promette l'ex premier - Ma se fa queste dichiarazioni, sempre a luglio e agosto non a caso, è un teatrino avvilente per quei ragazzi che saranno i primi a non credere più nella politica".
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