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Gaza, Roma pronta a bloccarsi ancora
Oggi 04-10-25, 09:22
Roma si prepara a una giornata complessa, segnata da tensioni, disagi e massima allerta per la sicurezza. Dopo una settimana di cortei, scioperi e mobilitazioni diffuse in tutta Italia, oggi la Capitale diventa il fulcro della protesta nazionale a sostegno della popolazione di Gaza. Migliaia di persone, forse decine di migliaia, sono attese per il grande corteo convocato da associazioni palestinesi, collettivi studenteschi e sigle sindacali. La manifestazione, in programma a partire dalle 14.30, partirà da piazzale Ostiense per raggiungere piazza San Giovanni in Laterano attraversando alcune delle aree più centrali e delicate della città: viale della Piramide Cestia, via di San Gregorio, Colosseo, via Labicana e via Merulana. Un percorso suggestivo, ma che – vista la portata dell'evento – rischia di trasformarsi in una lunga giornata di disagi per residenti, commercianti e turisti. Le autorità si preparano da giorni a gestire un flusso imponente di manifestanti. Il Viminale parla di un appuntamento “impegnativo”, e non solo per la complessità logistica. Dopo la massiccia partecipazione registrato venerdì dallo sciopero generale, che la Cgil ha stimato in oltre due milioni di persone in cento piazze, la preoccupazione è che il Paese possa trovarsi di nuovo paralizzato da una protesta capillare, in una fase già delicata sul piano economico e politico. Già dalla notte scorsa sono scattati divieti di sosta, rimozioni forzate e chiusure stradali nelle vie interessate dal corteo. Le arterie centrali – da piazzale Ostiense fino a San Giovanni – resteranno chiuse almeno fino alle 19, con ripercussioni significative sulla mobilità urbana. Oltre venti linee di autobus subiranno deviazioni o sospensioni temporanee, e non si esclude che le stazioni metro Piramide, Colosseo e San Giovanni possano essere chiuse al passaggio del corteo. Il centro di Roma sarà dunque, di fatto, isolato. Per molti romani, spostarsi o anche solo attraversare la città sarà complicato per l'intera giornata. Il piano predisposto dalla questura prevede un imponente schieramento di forze dell'ordine, con centinaia di agenti in campo e controlli preventivi nei punti sensibili: ambasciate, stazioni, caselli autostradali, luoghi di culto e sedi istituzionali. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha definito la manifestazione “altrettanto impegnativa” rispetto a quelle di ieri, invitando alla “massima prudenza e vigilanza”. Sono previste misure straordinarie anche contro possibili infiltrazioni di gruppi antagonisti o estremisti, che potrebbero approfittare della grande affluenza per generare tensioni o incidenti. Il Viminale, in queste ore, monitora con attenzione anche i flussi provenienti da altre regioni, dove sono partiti autobus organizzati per raggiungere la Capitale. Ma al di là della sicurezza, il nodo vero resta quello della tenuta complessiva del Paese. Dopo settimane di proteste e blocchi locali, la manifestazione di oggi rappresenta un banco di prova cruciale. Molte categorie – dai commercianti ai lavoratori del trasporto pubblico – temono che la nuova ondata di mobilitazione possa tradursi in un ulteriore stop per l'economia e per la vita quotidiana, soprattutto in un momento in cui l'Italia fatica a rialzarsi dopo mesi di rallentamento. La sensazione, in queste ore, è quella di un'Italia sospesa: da un lato il diritto a manifestare, dall'altro la necessità di mantenere la normalità di un Paese che non può permettersi di fermarsi ogni settimana. E se la protesta dovesse proseguire nei prossimi giorni, il rischio è quello di un effetto domino capace di bloccare nuovamente il Paese, con conseguenze pesanti sulla mobilità, sui servizi e sulla produttività. Per il governo Meloni, la giornata di oggi è una prova di equilibrio. Gestire un evento di questa portata senza scivolare nel caos o nelle tensioni è una sfida tanto operativa quanto politica. Garantire la sicurezza, rispettare il diritto alla protesta e allo stesso tempo evitare che Roma e il Paese si blocchino ancora: è questa la linea sottile su cui il Viminale dovrà muoversi per tutto il weekend. L'immagine di un'Italia che si ferma – tra piazze piene, trasporti bloccati e città blindate – è uno scenario che il governo non può permettersi di lasciare sedimentare. Oggi Roma è al centro dell'attenzione, ma la posta in gioco è molto più ampia: la capacità dell'Italia di restare in piedi, anche quando le piazze chiedono di fermarsi.
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