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Giovedì gnocchi, Sabato trippa, Venerdì sciopero
Oggi 12-12-25, 08:25
È l'ora di cambiare questo menu indigesto. È successo troppe volte di aver a che fare con scioperiimprevisti e servizi a singhiozzo, con un elemento costante, anzi una regolarità matematica: losciopero arriva sempre e comunque di venerdì (o in data prefestiva o postfestiva). Stiamo certamente parlando di un diritto costituzionale, nessuno si sogna di discuterlo. Ma un conto è il diritto di sciopero, altro conto sono le modalità del suo esercizio, specie nei servizi essenziali e in generale nel settore pubblico. Diciamolo in modo ancora più chiaro: vanno rispettati pure i diritti dei cittadini che non scioperano, che devono lavorare e semmai rischiano di essere vittime dell'altrui paralisi. Non sono forse lavoratori anche gli utenti dei mezzi pubblici, quelli che devono spostarsi, i pendolari? Non sono lavoratori anche i dipendenti del settore privato? E non sono persone da rispettare anche gli imprenditori, gli autonomi, le partite Iva? È dunque venuto il momento di avanzare una proposta chiara, ragionevolissima, riassumibile in quattro punti fermi. 1. Nel settore pubblico deve esserci divieto di sciopero il venerdì, il lunedì e tutti i giorniprefestivi e postfestivi, per porre fine alle tattiche di dilatazione del weekend. 2. Gli scioperi dovrebbero essere autorizzati soltanto se la maggioranza dei lavoratori vota a favore.Non può essere una minoranza a decidere. 3. La maggioranza deve essere vera, non finta. Quindi, per la decisione, va introdotto un quorum del50% più uno dei lavoratori coinvolti. 4. Nel settore pubblico deve votare a favore almeno il 40% degli aventi diritto al voto. Si tratta di elementi di minima ragionevolezza: niente weekend lungo, no alle giornate cruciali,maggioranze più impegnative ed elevate per indire sciopero, restrizioni nell'ambito dei servizi essenziali. Il Tempo lancia la proposta di legge. Da oggi chiediamo ai parlamentari di sostenerla. Chi ci sta?
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