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Giovedì gnocchi, venerdì sciopero: e gli italiani sono "flottuti"
Oggi 03-10-25, 07:19
Piazze (probabilmente) piene, urne (sicuramente) vuote. La sinistra, politica e sindacale (ormai la differenza è solo nella forma) ha deciso di continuare a sfruttare il dramma (autentico) della Palestina per cercare di assestare una spallata al governo di centrodestra. Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Ma la recente batosta nelle Marche ha aperto una nuova, profonda crepa nel campo largo, che rischia di morir fanciullo. E così la vicenda della Flotilla si è trasformata nel pretesto perfetto per «bloccare il Paese» attraverso sopratutto la paralisi di trasporti e scuola -, per urlare all'esecutivo fascista (un refrain che non passa mai di moda, per quei pochi rimasti che sognano ancora il Sol dell'Avvenire) e consolidare l'unica, autentica leadership della sinistra italiana: quella di Maurizio Landini. Che ha proclamato una chiamata alla rivolta popolare bocciata senza appelli dal Garante (saranno oltre 100 i cortei in programma in tutta Italia). «Illegittimo lo sciopero generale senza preavviso». Il Leader Maximo non vedeva l'ora di poter ulteriormente alzare i toni. E così ha risposto senza troppi peli sulla lingua. «Il nostro sciopero è pienamente legittimo perché noi l'abbiamo fatto rispettando la legge 146 che prevede che di fronte a violazioni costituzionali, la messa in discussione della salute e sicurezza dei lavoratori c'è la possibilità di fare lo sciopero senza il preavviso- ha detto il segretario della Cgil a RaiNews24- Anzi, impugniamo la delibera della Commissione e se questa dovesse comportare verso l'organizzazione sindacale delle sanzioni siamo pronti a impugnare anche quelle. Non si stanno rispettando le nostre norme costituzionali, non sono tutelati nostri connazionali arrestati in acque libere da Israele». In pochi attimi la polemica (solo in apparenza) sindacale si è trasformata in uno scontro politico dai toni aspri. Parole, concetti ed accuse che delineano un'autentica Fossa delle Marianne tra Palazzo Chigi e il più grande sindacato italiano. Perché, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, era solito ripetere un gigante della Prima Repubblica come Giulio Andreotti. E Giorgia Meloni, in visita istituzionale a Copenaghen, ha evidenziato il lato oscuro di questa grottesca astensione dal lavoro. «Mi sarei aspettata che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante come Gaza non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme». Come dire, Hasta el weekend siempre. Peccato che la Flotilla, la caravella piena di radical chic Pro Pal, sia stata fermata mercoledì. Se questo sciopero fosse stato così indispensabile, così vitale, avrebbe dovuto tenersi il giorno dopo, giovedì. Ma si sa, l'attrazione per un bel fine settimana senza il cartellino da timbrare è irresistibile. Maurizio Landini, punto nel vivo, ha risposto stizzito. «La presidente del Consiglio dovrebbe portare rispetto a chi paga le tasse e a chi lavora. Sono in discussione i valori della democrazia, il diritto delle persone di vivere in pace. Una persona normale e un sindacato che è fatto di valori non può stare a guardare. Nel 1943 per dire no alla guerra furono i lavoratori e le lavoratrici ad usare lo strumento dello sciopero per ristabilire pace e democrazia. Pensavo che ad un livello così basso un presidente del Consiglio non ci arrivasse mai». Al coro stonato progressista non poteva certamente mancare Elly Schlein, che ha dovuto anzi rilanciare, dopo che si è sentita togliere il terreno sotto i piedi da Landini. «Non è accettabile l'attacco della presidente Meloni questa mattina allo sciopero e alle minacce di precettazione. Giù le mani dal diritto di sciopero di lavoratrici e lavoratori. L'Italia è migliore di chi oggi la governa. C'è un'Italia che non vuole essere complice di un genocidio e non è accettabile che il governo provi a coprire o ignorare il grido di quei manifestanti che, in modo del tutto pacifico, hanno scioperato e manifestato e invece vengono criminalizzati, come avviene per ogni forma di dissenso». E il vicesegretario di Forza Italia, Deborah Bergamini chiede «perché solo per il dramma di Gaza c'è la mobilitazione del sindacato? A Landini non piacciono i bambini ucraini, siriani o agli yemeniti?».
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