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Giubileo degli adolescenti, riflettori puntati su Parolin
Ieri 27-04-25, 14:58
Sul sagrato della Basilica di San Pietro, ancora allestito come per il funerale di Papa Francesco svoltosi ieri, il Segretario di Stato Pietro uscente Pietro Parolin ha celebrato una Messa solenne che ha un doppio valore, sia liturgico che politico. Oggi è infatti il giorno in cui la Chiesa celebra il Giubileo degli adolescenti, appuntamento fissato da tempo, ma è anche il day after dei funerali di Papa Francesco. Già diversi giorni fa la Santa Sede aveva informato che le celebrazioni giubilari non avrebbero avuto interruzioni di sorta – salvo annullare la canonizzazione di Carlo Acutis, un atto canonicamente spettante solo al Pontefice, prevista proprio per oggi – e che il sacro evento svoltosi stamani sarebbe rientrato nel calendario dei novendiali, ovvero i nove giorni di lutto per la morte del Sommo Pontefice. Il primo è stato considerato la Messa funebre di ieri, il secondo, la celebrazione odierna. Diversamente dal funerale di ieri, celebrato dal cardinale decano Giovanni Battista Re, i riflettori erano puntati sulla Messa odierna, il cui celebrante è anche uno dei principali candidati al papato dopo Bergoglio. «Papa Francesco - ha detto il porporato attualizzando la pagina del Vangelo della domenica - ha terminato la sua vita terrena e ci ha lasciati. Il dolore per la sua dipartita, il senso di tristezza che ci assale, il turbamento che avvertiamo nel cuore, la sensazione di smarrimento: stiamo vivendo tutto questo, come gli apostoli addolorati per la morte di Gesù». Parolin si è poi rivolto agli adolescenti presenti in piazza (circa 200mila le presenze) in quello che inizialmente era l'evento loro dedicato e in cui era prevista anche la canonizzazione del Beato Carlo Acutis, poi sospesa per la morte di Bergoglio. Papa Francesco «avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi» ha detto il già Segretario di Stato che ha poi aggiunto: «La gioia pasquale che ci sostiene nell'ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo. Venite da tante parti: da tutte le Diocesi d'Italia, dall'Europa, dagli Stati Uniti all'America Latina, dall'Africa all'Asia, dagli Emirati Arabi, con voi è realmente presente il mondo intero». Infine, ricordando a tutti che il Papa rivolge «il suo abbraccio dal cielo», Parolin ha parlato dell'eredità lasciata da Bergoglio. L'affetto mostrato in questi giorni per Papa Francesco «non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri».
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