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Gli italiani temono una guerra mondiale? Bagarre a Realpolitik tra Sechi e Sarzanini
Oggi 18-09-25, 15:20
Gli italiani temono una guerra mondiale? È questa la domanda che più tiene banco tra tensioni ai confini della NATO e la situazione nella striscia di Gaza. A provare a rispondere è stata la sondaggista Alessandra Ghisleri che ospite su Rete 4 del talk di Tommaso Labate, Realpolitik, ha tracciato un ritratto di ciò che sentono i nostri concittadini di fronte a un potenziale conflitto globale. Un italiano su due teme un allargamento del conflitto e pensa che possa diventare una guerra mondiale: “Le immagini che arrivano da Gaza, il racconto che arriva da Gaza, la comunicazione altalenante – spiega Ghisleri – aumentano questa percezione di insicurezza e spaventano gli italiani, perché in quel caso ci sentiamo indifesi”. Sondaggio che però apre lo scontro tra gli ospiti in studio. Il conduttore infatti chiede a Fiorenza Sarzanini, giornalista de Il Corriere della Sera: “Se un italiano su due quasi che ha paura della guerra mondiale dal suo punto di vista è tanto o è poco e se occuparsi tanto di politica estera, la Presidente del Consiglio, elettoralmente fa bene o male?”. Tanto basta per accendere gli animi: “Fa bene, nel senso che la politica estera occupa le nostre giornate, proprio perché ci sono la metà degli italiani che giustamente hanno paura di quello che sta accadendo. Noi oggi abbiamo un Ministro delle Finanze israeliano che dice che Gaza è una miniera d'oro e che loro se la spartiranno con gli Stati Uniti. Quindi questo mostra perché l'esercito teme questa operazione e poi per rispondere a Secchi: loro stanno sterminando i civili, qui non c'è nessuna guerra – risponde piccata la giornalista – Nessuno nega il 7 ottobre, però la reazione di sterminare un intero popolo chiuso dentro una superficie che, come dice Diego Fabbri, è come il lago di Garda, la trovo una reazione sicuramente sproporzionata. Qui ci sono 30.000 bambini che sono morti, ci sono migliaia di civili”. Mario Sechi, chiamato in causa, vuole rispondere: “Fonte Hamas” commenta sibillino. La giornalista però tira dritto: “No, non è fonte Hamas, perché ci sono anche decine di giornalisti che sono stati uccisi proprio perché non raccontassero la verità, quindi non è fonte Hamas – spiega – Vogliamo negare che ci sono sterminio a Gaza?”. A Sechi la risposta che chiude il blocco e la conversazione, ma solo per qualche minuto: “Hamas non è una fonte giornalistica attendibile, lo sappiamo tutti… Questi numeri sono fonte Hamas, perché nessun altro nella striscia può dare i numeri certi, lo sanno tutti – spiega stizzito – e altra cosa: non c'è nessun progetto per sterminare i civili. L'esercito israeliano è l'unico al mondo che avverte prima di bombardare i siti, l'unico al mondo”.
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