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I giudici contro il governo. E vogliono aprire i confini ai clandestini
Oggi 05-08-25, 07:12
La notizia piomba all'ora di cena: la posizione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul «caso Almasri» è stata archiviata dal tribunale dei ministri. Ed è stata lei stessa ad annunciare quest'evoluzione della vicenda, sui suoi profili social. Una vicenda che rimane però in piedi, e vedremo perché. «Mi è stato notificato il provvedimento dal tribunale dei ministri», scrive la premier. «Dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie». E aggiunge: «I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l'autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio edel Sottosegretario Mantovano». Dunque, «nel decreto si sostiene che io "non sia stata preventivamente informata e(non) abbia condiviso la decisione assunta": e in tal modo non avrei rafforzato "il programma criminoso"». Meloni prosegue: «Si sostiene pertanto che due autorevoli ministri e il sottosegretario da me delegato all'intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con mele decisioni assunte. È una tesi palesemente assurda». Perciò, «a differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. È quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro». Infine: «Nel merito ribadisco la correttezza dell'operato dell'intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani. L'ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull'autorizzazione a procedere». Dunque, massima copertura politica ai due ministri e al sottosegretario. Assunzione di responsabilità. Nel frattempo, sul piano oggettivo il Presidente della giunta per le autorizzazioni della Camera Devis Dori ha specif icato che non è ancora arr i v a t o nessun atto dal tribunale dei ministri sul caso in questione. La Camera è investita del caso di Nordio, che è eletto a Montecitorio. Per quanto riguarda, invece, Mantovano e Piantedosi, trattandosi di figure di governo «tecniche», l'organismo investito è quello del Senato. Le parole della Presidente del Consiglio danno il la al riaffiorare dello scontro politico sulla vicenda. La sinistra, proprio nell'attacco al governo sul caso Almasri, ha trovato uno dei pochi margini di compattezza nell'attacco al governo. Ieri, dopo il post della presidente del Consiglio, il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia punge: «Colpiscono le affermazioni della presidente del Consiglio che rivendica l'azione del suo governo. Quindi è soddisfatta di aver fatto scarcerare un criminale e un torturatore."Le abbiamo sempre chiesto la verità in Parlamento, per rispetto verso il Paese». Il deputato di Avs Nicola Fratoianni osserva: «Valuteremo le carte con attenzione e rispetto. È inutile però che la presidente del Consiglio lo annunci con stizza, assumendo su di sè ogni responsabilità, e sfidando in modo plateale chi è alla ricerca della verità e della giustizia, quasi invocando l'impunità per i suoi ministri». Da +Europa, Riccardo Magi attacca: «Avevamo chiamato Meloni a riferire in Parlamento ma lei non è mai venuta e ha mandato i suoi ministri». Il centrodestra fa quadrato attorno alla Presidente del Consiglio e ai componenti dell'Esecutivo coinvolti nella vicenda. «Alla faccia dei "non ricordo" degli smemorati Conte e Toninelli sugli sbarchi dei clandestini... Avanti insieme a testa alta, non ci fermeranno», ironizza il vicepremier Matteo Salvini, alludendo alla posizione degli allora suoi colleghi nel governo gialloverde nel processo Open Arms. Il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi sottolinea: «È veramente incredibile che siano separate le posizioni del premier da quelle dei ministri dello stesso governo. È l'ennesima dimostrazione di una giustizia che sembra sia interessata solo a intralciare il lavoro del Governo». Dall'Esecutivo, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, esponente di Fratelli d'Italia avvisa: «chi pensa di dividere questo governo ha sbagliato indirizzo. Nessuna fuga, nessuna distanza, nessuna ipocrisia. Solo responsabilità, unita e un'unica bussola: la sicurezza degli italiani».
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