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I successi all'estero e la rivoluzione Meloni: "E' politica interna"
22-01-2025, 07:53
«Mi chiedono spesso perché io vada così tanto all'estero. Perché dedichi così tanta parte della mia energia alla politica estera. Banalmente perché non è politica estera, è politica interna». Giorgia Meloni affida ai suoi profili social un video con questa riflessione che sintetizza perfettamente la nuova rotta tracciata dal presidente del Consiglio. Una diplomazia fatta innanzitutto di rapporti personali, da coltivare e cementare in prima persona. Il "fattore umano" che fu centrale nella politica estera di Silvio Berlusconi rimasto visivamente impresso nella memoria con quella storica stretta di mano a Pratica di Mare tra George W. Bush e Vladimir Putin nel 2002. La premier spiega ancora meglio questo cambio di paradigma: «Costruire solide relazioni per il presente e il futuro della nostra Nazione. Ogni rapporto solido che si crea è una porta aperta per le nostre imprese, per i nostri prodotti. È un'occasione per i nostri lavoratori. Ecco perché io faccio del mio meglio per aprire quelle porte. Perché so che una volta che è stata aperta, il resto del lavoro lo farete voi». Eppure, per le opposizioni tutto ciò è controproducente. Guai a parlare con Trump, guai a partecipare all'Inauguration Day. Ne è convinta Elly Schlein, secondo la quale Meloni «dovrebbe chiedersi perché c'era solo lei e la Ue non sia stata invitata ne coinvolta e che tipo di messaggio vogliamo lanciare». La vede allo stesso modo Romano Prodi, iper-presente in tv nelle ultime settimane, convinto che la presenza di Meloni a Washington non sia stata un bel segnale, ma la dimostrazione che il governo italiano è succube del nuovo inquilino della Casa Bianca. «Ha invitato solo quelli che obbediscono», ha detto. Senza pensare, però, che questa è la stessa linea che Meloni teneva anche con i leader appartenenti ad altre famiglie politiche. Joe Biden ha sottolineato più volte il rapporto personale che era riuscito ad instaurare con il presidente del Consiglio italiano. Non a caso, nel video pubblicato dalla premier c'è una carrellata di immagini "bipartisan" che non guardano in faccia al colore politico dei leader: si vede Meloni con il primo ministro inglese e laburista Keir Starmer, con l'ultraliberista Javier Milei (ospite d'onore dell'ultima edizione di Atreju), con Xi Jinping incontrato a luglio a Pechino, con gli sceicchi negli Emirati Arabi, con il premier albanese Edi Rama, con il primo ministro indiano Narendra Modi (il «Melodi team» come i diretti interessati hanno ribattezzato il loro feeling). E, da ultimo, la visita lampo a Mar-a-Lago da Trump del 5 gennaio scorso, che ha consentito di sbloccare il caso di Cecilia Sala, scarcerata dal regime iraniano tre giorni dopo. Una liberazione ottenuta in 21 giorni, mai nessun ostaggio era stato riportato a casa dall'Iran così velocemente dagli anni '80, come ha sottolineato la stessa giornalista. Ieri, per inciso, Meloni ha sentito il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa per «rafforzare il pilastro europeo della Nato».
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