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Il giallo del "foro nella tempia di Chiara": l'ipotesi su quella ferita diversa dalle altre
Oggi 05-08-25, 09:42
Le indagini e le consulenze che hanno portato al termine di una tumultuosa storia giudiziaria alla condanna definitiva di Alberto Stasi per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi tornano sotto la lente a 18 anni dal delitto. La verità è un'altra? A cosa porterà la nuova inchiesta della Procura di Pavia con Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per omicidio in concorso? Se ne parla nel corso di Filorosso, il programma condotto lunedì 4 agosto su Rai2 da Manuela Moreno. In studio e in collegamento protagonisti diretti della vicenda, come l'avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, e Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma all'epoca dei fatti e oggi consulente di Sempio. In studio anche la criminologa Flaminia Bolzan che tra i vari aspetti su cui si dibatte sottolinea una apparente anomalia nelle ferite riportate dalla vittima, il 13 agosto 2007. L'ospite di Moreno ha analizzato a fondo il referto dell'autopsia sul corpo della vittima da parte del dottor Ballardini e "anzitutto mi colpisce quello che in realtà abbiamo evidenziato più volte, quindi la discrasia tra l'orario della morte così come viene individuato dal dottor Ballardini, che lo colloca sostanzialmente diciamo tra le 10.30 e le 12 centralizzando l'orario tra le 11 e le 11.30", lasso di tempo che in seguito è stato notevolmente anticipato. Emerge una "dinamica omicidiaria molto breve, cioè le lesioni mortali sono state principalmente state inferte tutte al viso e nella regione occipitale, quindi diciamo nell'ovale cranico", in pochissimo tempo. Per quanto riguarda l'arma, continua Bolzan, "Ballardini individua come lesione mortale quella collocata nella zona occipitale leggermente sulla sinistra, per quello che viene documentato" operata "con un corpo contundente molto pesante". Dall'autopsia emerge inoltre che "Chiara non si è difesa nel momento in cui veniva attinta da questi colpi, e soprattutto non è stato possibile identificare quale lesione è stata inferta prima". Ci sono poi dei "tagli sulle palpebre" che danno da riflettere, tanto che alcuni hanno ipotizzato la possibilità di una specie di tortura. Ipotesi respinta dalla criminologa: "Si tratta di un mezzo lesivo diverso" dall'oggetto pesante delle altre ferite, "perché è un mezzo lesivo tagliente e sicuramente la lesione è molto più superficiale rispetto alle altre e non credo che possa essere attribuibile a delle sevizie". Nella consulenza del dottor Testi viene ipotizzato l'uso di un martello, con un "calcio" pesante e una punta più sottile. "Ritengo francamente che sia difficile ipotizzare che quelle lesioni si siano prodotte con la parte fina del martello, mi sembra un mezzo ad azione tagliente più fine", afferma Bolzan. Detto questo, a catturare l'attenzione della consulente è un'altra lesione, una sorta di "foro di diametro molto piccolo che si trova più o meno all'altezza della tempia, vicino all'orecchio" sinistro. "È una lesione che mal si sposa con tutto il quadro di quello che abbiamo descritto, quindi diventa difficile immaginare la presenza di un terzo mezzo lesivo che possa averla prodotta", spiega Bolzan. Insomma, se non c'è una terza arma (o una seconda arma nel caso di un martello con la punta) potrebbe assumere consistenza l'ipotesi sollevata nei giorni scorsi da un tecnico, Enrico Manieri, che ipotizza che possa essere il risultato del contatto con un portavaso in ferro battuto presente sulla scena del crimine. La vittima non sarebbe stata colpita direttamente da questo oggetto, ma potrebbe essere venuta a contatto con il portavaso a seguito di altri colpi. Nel corso del dibattito, Garofano afferma che a suo parere tutte le novità emerse in questa nuova indagine "vanno verso la conferma della sentenza" di condanna a Stasi. Diametralmente opposto il parere di De Rensis secondo cui sono in arrivo a breve novità destinate a cambiare la storia giudiziaria del caso: "Sogno come Lovati? No, immagino". "Ancora devo sentire che Alberto si è accuratamente lavato le mani sporche di sangue quando questo è stato escluso dai fatti... Dobbiamo avere ancora qualche settimana di pazienza poi" nuovi tasselli come l'analisi delle macchie di sangue Bpa, Ignoto 3, il Dna sulle dita di Poggi, potrebbero ribaltare il caso.
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