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Il governo revoca 88 milioni ai "furbetti" dei film. Borgonzoni: "Giusto uso dei fondi"
Oggi 15-07-25, 07:37
Iniziano a vedersi i primi effetti della cura dimagrante voluta dal Ministero della Cultura nei confronti dei fondi pubblici destinati al cinema italiano. La DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del MiC ha firmato ieri la revoca di 66 milioni di euro di credito d'imposta precedentemente concessi a produzioni cinematografiche al termine di un lungo e scrupoloso lavoro di verifica e controllo. Ai 66 milioni revocati, se ne sono aggiunti altri e 22 "congelati" dalla direzione, per un totale di 88 milioni di euro. Un provvedimento esemplare del nuovo corso voluto dal ministro Giuli per un caso di scuola che ha, però, una particolarità non secondaria: stando a quanto spiegato dallo stesso ministero, l'intero importo della tax credit oggetto della revoca sarebbe stato chiesto da un'unica società di produzione, la Sipario Movie. Tutte le irregolarità riscontrate nella richiesta e nell'utilizzo del credito d'imposta da parte della società è riferibile al periodo che va dal 2020 al 2024, quando al timone c'era il vecchio consiglio d'amministrazione, poi dimessosi. Tanto che l'attuale liquidatore della società, con l'assistenza di un team di professionisti, ne ha ottenuto l'amministrazione giudiziaria, con provvedimento del la sezione XVI del Tribunale civile di Roma il 10 giugno scorso, e poi l'iscrizione formale nel registro delle imprese il 16 giugno. A dare il via agli accertamenti della Guardia di Finanza, che avrebbero poi portato alla revoca delle agevolazioni, una serie di segnalazioni operate dalla stessa DGCA, specie in merito ad un meccanismo sospetto di fatture e costi, che sarebbero stati creati proprio al fine di incassare il tax credit per decine di opere cinematografiche. «Ciò che si imputa alla società - spiegano dal MiC - è di aver indebitamente maturato crediti d'imposta sulla base di operazioni fittizie e dei costi non realmente sostenuti. La DGCA già da anni proseguono - aveva segnalato le opere sospette: con un'operazione congiunta con la Guardia di Finanza sono riusciti a certificare le segnalazioni e a procedere con il provvedimento». Uno dei parametri principali utilizzati per svelare questo sistema è stato quello della così detta «congruità dei prezzi», fortemente voluto dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni. Un criterio che ha permesso di confrontare gli importi per le varie voci di spesa fatturati con i prezzi medi offerti dal mercato per quelle stesse voci. Andando oltre, dunque, la formale correttezza delle domande inoltrate, che fino a poco tempo fa permetteva l'erogazione automatica dei finanziamenti, con tutti i possibili abusi del caso, come spiegato dalla stessa Borgonzoni: «Le verifiche, condotte su domande formalmente regolari, sono state eseguite mediante l'acquisizione e l'approfondita analisi di ulteriori documenti e attraverso controlli incrociati, che hanno permesso di accertare la non spettanza del beneficio». «A seguito di tali accertamenti - ha sottolineato - oltre alla revoca dei 66 milioni già concessi, non sono state approvate e risultano quindi respinte richieste di credito d'imposta per ulteriori 22 milioni di euro. Si tratta di una delle azioni della DGCA del MiC, che si inserisce nel quadro più generale delle varie modifiche messe in atto per tutelare uno strumento che nel tempo ha dimostrato di poter essere esposto ad abusi e utilizzi impropri di risorse pubbliche. L'obiettivo prioritario - ha aggiunto la sottosegretaria- è quello di garantire che gli strumenti a disposizione continuino a sostenere le imprese realmente meritevoli, nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e corretta gestione delle risorse pubbliche. Un lungo lavoro durato anni». Il modus operandi della vecchia proprietà della Sipario viene ricostruito anche all'interno di in un verbale di assemblea risalente all'inizio 2025. «Le attività ispettive - ha aggiunto Borgonzoni - proseguiranno con un potenziamento del sistema di controlli per assicurare un utilizzo equo, efficiente e conforme dei fondi pubblici».
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