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Il legame pericoloso tra collettivi comunisti e islam radicale
Oggi 11-12-25, 10:13
C'è una strana alleanza tra i comunisti e l'Islam: lo dimostra lo striscione di solidarietà verso l'imam di Torino, Shahin, da parte di ipotetici comunisti (neanche si sono firmati), apparso in questi giorni a Porta Maggiore, all'entrata di San Lorenzo. L'imam è accusato di collegamenti con gruppi integralisti e fondamentalisti islamici, ma questa verifica spetterà agli inquirenti. Quello che lascia sorpresi ed esterrefatti è la presa di posizione immediata da parte di questi «collettivi», che trovano tutto giustificabile: l'importante è andare contro l'Occidente, sempre e comunque. Ma proviamo ad analizzare le menti di questi «compagni del nuovo millennio»: perché quest'alleanza con il mondo islamico? Mondo che, peraltro, non va certo a braccetto con la stragrande maggioranza delle teorie della sinistra radicale (provate a parlare con un musulmano di LGBT, teoria gender o libertà della donna). Vengono in mente due ipotesi. La prima è la più classica: l'odio sconsiderato verso Israele, che si somma alla teoria «il nemico del mio nemico diventa mio amico», facendo dimenticare tutte le divergenze sui diritti dei gay e delle donne, purché si distrugga Israele. La seconda teoria, molto più radicale e pericolosa, è quella è ciò i comunisti sognano da sempre: ovvero la rivoluzione! E per farla hanno bisogno di più alleati possibili. Una rivoluzione comunista che si alleerebbe con l'intifada (lo sentiamo spesso nei cori dei pro-pal: «Intifada pure qua!»). In conclusione, se l'imam di Torino sia colpevole o meno interessa relativamente. La cosa sconcertante è che in Italia ci siano persone pronte a giustificare tutto, ad allearsi con chiunque pur di andare contro l'Occidente. La domanda che mi pongo, e che penso si pongano anche milioni di italiani, è: ma se vi fa tanto schifo l'Occidente, perché non andate a vivere da un'altra parte?
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