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Il nipote di Savu ci scrive: “Mio zio teme di fare la stessa fine della Poggi”. E svela i misteri di Garlasco
Ieri 23-10-25, 12:47
«Mio zio aveva veramente paura di tornare in Italia perché lui dice: "Cleo io faccio la stessa fine di Chiara Poggi". Ora dottoressa sentitelo perché solo lui sa la verità e solo lui conosce il collegamento Bozzola/Garlasco». Finisce così il nuovo memoriale che Cleo Kolundra Stefanescu, il nipote dell'ex latitante Flavius Savu, ci ha inviato in esclusiva. Due pagine di prime rivelazioni manoscritte e firmate, che aggiungono dettagli al mistero del Santuario, finito al centro di uno scandalo sessuale di video ricatti, messo a segno nel 2014 da Savu e dal connazionale latitante Florin Tanasie ai danni del rettore don Gregorio Vitali. Un'estorsione che è costata cara al romeno, condannato a 5 anni e in fuga fino a un mese fa, quando è stato catturato in Svizzera per essere poi estradato in Italia e recluso nel carcere di Torre del Gallo di Pavia, nella stessa cella con il nipote. Stefanescu, autore del memoriale con le confidenze delle zio su un giro di pedofilia e riti orgiastici attorno al Santuario che sarebbero alla base dell'omicidio di Chiara, nel nuovo memoriale fornisce altri elementi e accende i riflettori su Andrea Sempio, l'indagato per omicidio in concorso nell'inchiesta su Garlasco. «Ultimamente vivevo in Svizzera con mio zio mentre lui era latitante», scrive Stefanescu, «e mi arrivò una telefonata da parte del mio legale, il quale mi chiedeva dove fosse mio zio, perché lo aveva contattato la trasmissione "Chi l'ha visto"... mio zio decise subito di rendersi disponibile per mandare un file audio che poi è andato in onda. E lui esclamò: "Finalmente qualcuno mi vuole ascoltare", mi riferì mio zio convintamente che a suo avviso il delitto di Chiara Poggi sia partito dal Santuario Madonna della Bozzola, in quanto secondo lui, Chiara ha scoperto qualcosa da non rivelare». Il nipote di Savu, premettendo che un maresciallo dei carabinieri un giorno intimò allo zio «di non avvicinarsi più al Santuario e di non dover più mettere piede a Garlasco» e precisando che «già nel 2006 don Cervio aveva denunciato gli scandali a sfondo sessuale che avvenivano al Santuario», punta il dito contro don Gregorio: «È chiaro che ha pagato per il silenzio», perché don Gregorio non è stato indagato e mio zio arrestato in flagranza di reato?». Stefanescu getta poi ombre su Sempio, definito il sadico da Savu, il quale lo indica come un frequentatore del giro del Santuario, nonostante l'indagato in questi mesi abbia smentito la circostanza, salvo poi essere riconosciuto da un fedele che frequenta il luogo di culto. «Mi chiedo il perché la mamma dell'indagato ha ricevuto una lettera poco carina proveniente proprio dalla posta delle Bozzole», sottolinea. «Volevo anche farle presente che mio zio all'incontro con un programma televisivo ha riconosciuto da alcune foto, alcune persone coinvolte nella nuova indagine tipo: il picchiatore, il sadico, ecc», precisa. Poi va sui soldi: «Un giorno per curiosità chiesi a mio zio quanti soldi era riuscito a prendere da don Gregorio, lui mi disse: "Con tutti i soldi che girano al Santuario non ho preso nemmeno le briciole!"». Inoltre sostiene che «il sindaco Farina chiese un aiuto a mio zio per portare ingenti somme di denaro in Svizzera». E la conclusione inquietante: «Mio zio aveva veramente paura di tornare in Italia perché lui dice: "Cleo io faccio la stessa fine di Chiara Poggi"».
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