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Il piano di riarmo dell'Ue spacca i governi nazionali: caos in Olanda e Spagna
31-03-2025, 13:16
Il progetto di riarmo promosso dall'Unione Europea sta alimentando un acceso dibattito politico sia tra i partiti di maggioranza e opposizione nei vari Paesi membri sia all'interno degli stessi governi nazionali. La diversità di posizioni emersa tra Lega e Forza Italia in Italia rappresenta solo un esempio di un fenomeno diffuso in diverse nazioni, dove il piano proposto da Bruxelles in materia di difesa sta generando tensioni e divisioni. In Germania, il parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale che consente l'indebitamento per finanziare ingenti investimenti nelle spese militari e nelle infrastrutture. Il provvedimento ha ottenuto un ampio consenso con il supporto di tutti i partiti della "grosse Koalition". La situazione si presenta ben diversa nei Paesi Bassi, dove la proposta ha incontrato una netta opposizione. Il parlamento dell'Olanda ha infatti respinto il piano di Ursula Von der Leyen con 73 voti contrari contro 71 favorevoli, nonostante il primo ministro Dick Schoof si fosse dichiarato favorevole al progetto europeo. La mozione che blocca l'adesione al programma è stata sostenuta da tre dei quattro partiti di governo: il PVV di Geert Wilders, il partito degli agricoltori BBB e il centrodestra dell'NSC, con il solo VVD, partito liberale, a schierarsi a favore. A presentare la mozione è stato il leader della formazione JA21, Joost Eerdmans, sottolineando che "i Paesi Bassi sono fondamentalmente contrari ai prestiti europei congiunti e che la spesa per la difesa deve rimanere una risorsa nazionale". Anche in Spagna, riferisce Il Giornale, si sono registrate divergenze all'interno del governo guidato da Pedro Sánchez. Mentre il Partito Socialista ha espresso sostegno al piano europeo, la coalizione di sinistra Sumar si è mostrata più scettica. In particolare, Izquierda Unida si è detta contraria al riarmo, così come Podemos, che pur non facendo parte di Sumar condivide la stessa posizione. Contrari anche partiti esterni alla maggioranza ma alleati del governo, come il BNG della Galizia, tradizionalmente critico nei confronti della Nato, e il partito indipendentista catalano ERC. In Repubblica Ceca, la situazione è ancora più sfumata. Sebbene l'esecutivo di centrodestra sia europeista e sostenga l'Ucraina, il partito di governo ODS mantiene una posizione scettica su una maggiore integrazione con Bruxelles, pur appoggiando il piano di riarmo. Se nell'Europa centrale, fatta eccezione per Ungheria e Slovacchia, il sostegno all'aumento della spesa militare è prevalente, lo stesso vale per i Paesi baltici e scandinavi. In Europa occidentale la questione appare più controversa, con la Francia come caso emblematico. Il governo di Emmanuel Macron è tra i principali promotori dell'iniziativa, ma l'opposizione esprime critiche decise: Jean-Luc Mélenchon ha parlato di "disastro ecologico irreversibile", mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen si allinea alle posizioni della Lega italiana e degli altri partiti sovranisti, opponendosi al progetto. Una bella gatta da pelare per Ursula.
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