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Il re è Sinner! Rivincita su Alcaraz e primo trionfo italiano a Wimbledon
Ieri 13-07-25, 20:41
Poteva esistere scenario più affascinante per prendersi una rivincita su tutti? Sul suo eterno rivale Carlos Alcaraz, certo, ma anche sui critici, sugli scettici. "Non ha abbastanza forza mentale per stare al suo passo", dicevano. Per non parlare delle polemiche seguite al licenziamento dei preparatori atletici. In un solo colpo una valanga dal nome Jannik Sinner ha messo ha tacere tutti. Il numero uno del mondo è il nuovo campione di Wimbledon, il suo quarto Slam in carriera, il primo su una superficie diversa dalla comfort zone del cemento. Stesa la resistenza del tennista cresciuto da Juan Carlos Ferrero: 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 in poco più di 3 ore di gioco. Una partita in cui Sinner è apparso più brillante, più intenso, forse un filo più determinato del suo avversario, anche nel momento di maggiore difficoltà dopo la beffarda chiusura del primo parziale. La festa può iniziare. Una festa dal sapore dolce, da godersi insieme a mamma Singlide e papà Hanspeter. Il primo set è una mazzata al cuore di Jannik. In un attimo, quel recupero di rovescio a una mano prodigioso di Alcaraz sul dritto in corsa di Sinner - un vincente per tutto il resto del circuito - fa riemergere quegli incubi del recente passato che l'altoatesino aveva nascosto dietro uno scudo di dolore. Con in mano una pepita d'oro sul 4-2 a favore, dopo aver strappato il servizio ad un Alcaraz in versione pasticcione, Sinner si ritrova in mano alla fine del parziale un pugno di sabbia. Una beffa dura da digerire, che rischia di ritornarti su se non hai ancora accettato le cinque sconfitte di fila negli scontri diretti, di cui l'ultima, la più atroce. Sinner spreca, Alcaraz è un cannibale che sfrutta le incertezze e le difficoltà nei movimenti del suo rivale: il primo parziale va in archivio, 6-4 per lo spagnolo. Il numero uno del mondo riesce a isolarsi dal contesto: dai risultati che lo vedono sfavorito nei testa a testa (3-1 negli Slam e 8-4 in totale), dalle ultime brucianti sconfitte di Roma - meno - e Parigi, decisamente di più e dal fatto di affrontare il due volte campione in carica, molto più a suo agio sull'erba londinese. Parte carico e, in un lampo, sfruttando un calo di concentrazione tipico del murciano, va sopra 2-0. Oggi però c'è da soffrire ancor più del solito visto che il dritto non funziona. Sinner va in piú di una circostanza fuori tempo e non centra la palla con le corde. Con il rovescio è tutta un'altra storia, e con la prima in campo riesce a comandare gli scambi con l'autorevolezza dei giorni migliori. Si prosegue in equilibrio, con qualche scambio da stropicciarsi gli occhi e tanti errori di misura. Finché Alcaraz con due doppi falli consecutivi, sul 4-2 Sinner, rischia di capitolare concedendo una palla del doppio break. Ipotesi sventata con una prima consistente. Altra chance in fumo, ma stavolta Jannik impara dai suoi errori e non si lascia scappare il colpo: nel game finale tira fuori tutto il suo arsenale di magie e inanella tre punti da copertina: un rovescio in recupero in cross, un dritto lungo linea bruciante e un cross di dritto sul set point a conclusione di uno scambio da "tutti in piedi sul divano". Siamo di nuovo in parità, e ora si gioca una partita due su tre. Il terzo set è quello che indirizza, ed è troppo importante portarlo a casa. Alcaraz sembra aver accusato e concede due palle break in avvio. L'allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill però non riesce a trovare il guizzo e Alcaraz riaccende la luce con due servizi vincenti per rimanere a galla. Sinner appare complessivamente più pimpante, ma mai diffidare di un gatto dalle sette vite come il numero due del mondo, sempre pronto a ritrovare linfa vitale dal nulla. La partita rimane tesa, con lampi di talento cristallino: la demi-voleè sotto alle gambe di Sinner, vanificata poi dallo smash in corridoio è una gemma che resterà negli highlights della storia del torneo di tennis più antico del mondo. Sul 4-4 Sinner si costruisce un sentiero nitido per arrivare al break, e concretizza con la personalità dei tempi migliori la possibilità di servire per il set. Jannik non trema, serve alla perfezione, e passa a condurre l'incontro. A un passo dallo spodestare dal trono l'attuale re di Wimbledon. Sinner stavolta ha la faccia del leone ferito, di chi si sente deturpato di qualcosa che gli apparteneva. Quel maledetto Roland Garros. Quei tre match point gettati al vento. Con due rovesci goniometrici, marchio di fabbrica dell'italiano, strappa un altro servizio allo spagnolo e allunga sul 3-1. Sembra finita, Alcaraz pare alle corde. Ma, come detto, mai dire mai con lui. Infatti Carlos si conquista due chance di rientrare nel quarto set, ma Sinner stavolta è di ghiaccio e ritira su un game che sembrava stregato. Scattata la terza ora esatta di gioco, è giunto il momento della verità. Dopo uno scambio col cuore in gola, tre Championship point. Stavolta non è il Roland Garros di un mese fa, siamo a Londra. E per la prima volta c'è un italiano sulla vetta più alta del tennis mondiale: tra le mani tiene il trofeo di Wimbledon. Braccia in alto, emozione indescrivibile, finalmente occhi lucidi. L'abbraccio con il team e la famiglia vale più di ogni altra parola.
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