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Il sommelier digitale: quanto possiamo fidarci delle app per il vino?
Oggi 24-11-25, 18:42
Vivino, Delectable, Wine-Searcher. Basta inquadrare l'etichetta e si apre un mondo di punteggi, recensioni, abbinamenti e medie di prezzo. In pochi secondi, ogni bottiglia diventa un prodotto “valutato”. Ma quanto possiamo davvero fidarci di questi sommelier digitali? Le app per il vino funzionano come social network specializzati: raccolgono i pareri di milioni di utenti e li aggregano. L'algoritmo calcola punteggi medi, suggerisce etichette simili, segnala offerte. È il vino spiegato dal pubblico al pubblico, in un'ottica che strizza l'occhio alla democratizzazione. Eppure, sotto la superficie, si nasconde una questione di fondo: l'esperienza del gusto è davvero riducibile a un voto da 1 a 5? O peggio, a una fotografia dell'etichetta? TUTTI GLI ARTICOLI DI "BEVIAMOCI SU" Laddove il sommelier professionista traduce aromi e sensazioni in un racconto, l'app lavora per semplificare. Il linguaggio tecnico lascia il posto a parole come “fruttato”, “dolce”, “pesante”. Utile? Sicuramente. Completo? Non proprio. Inoltre, le app influenzano anche il comportamento d'acquisto: l'utente medio tende a evitare vini con punteggi sotto il 3.5, creando un effetto gregge che penalizza etichette valide ma meno conosciute, oppure poco “algoritmiche”. Il marketing enologico si adatta: etichette progettate per spiccare nella miniatura dell'app, nomi facili da ricordare, storytelling ottimizzato per il feed. C'è però anche un risvolto positivo. Le app hanno avvicinato al vino un pubblico più giovane e globale, abbattendo il muro della tecnicità. Un consumatore che prima si affidava al caso, ora ha uno strumento che lo orienta, lo incuriosisce, lo coinvolge. In questo senso, un sommelier digitale può essere un primo passo verso la consapevolezza. Ma la conoscenza vera – quella che nasce dalla lentezza, dalla conversazione, dalla sorpresa – resta fuori dallo schermo. Nessun algoritmo può sostituire il contesto di una tavola, il consiglio di un esperto, o il gusto personale che cambia con l'umore, il clima, la compagnia. Le app per il vino sono strumenti utili, soprattutto per chi cerca una guida nel mare delle etichette. Ma vanno usate con spirito critico: come mappe, non come verità assolute. Perché tra il punteggio e il palato resta un elemento non calcolabile: l'esperienza. E quella, fortunatamente, non si può scaricare.
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