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Il sondaggio sugli studenti senza cellulare non lascia dubbi: i risultati sul divieto
Oggi 30-08-25, 10:29
Il dibattito sul ruolo delle tecnologie nella scuola italiana si fa sempre più acceso. L'ultima indagine SWG-KPMG, condotta su un campione di quasi 1.400 adulti, fotografa un'opinione pubblica compatta nel chiedere regole più severe sull'uso degli smartphone tra i banchi e prudente rispetto all'ingresso dell'intelligenza artificiale (IA) in classe. Secondo i dati raccolti nel sondaggio, oltre tre italiani su quattro si dichiarano favorevoli al divieto dei cellulari anche nelle scuole superiori, ampliando così quanto già previsto per elementari e medie. Una posizione condivisa in misura ancora maggiore dagli over 55 e dai genitori, ma che sorprendentemente incontra consenso anche tra i più giovani. Il sostegno resta ampio (76%) pure rispetto alla proposta italiana di estendere a livello europeo il divieto di telefoni in classe fino ai 14 anni. La stessa tendenza emerge sulla questione dei social: il 77% degli intervistati appoggia l'idea di vietarne l'accesso ai minori di 15 anni, un orientamento che raccoglie consensi significativi persino nella fascia 18-34 anni (68%). Alla base di questa severità, la percezione diffusa dei rischi legati a un uso incontrollato dello smartphone in età adolescenziale: esposizione a sconosciuti, cyberbullismo, pornografia, isolamento sociale, dipendenze digitali e disturbi del sonno. Curiosamente, tra i pericoli meno segnalati figura il calo del rendimento scolastico, quasi a confermare che la preoccupazione principale riguarda la sfera psicologica e relazionale più che quella accademica. Se il fronte “anti-cellulare” appare compatto, il discorso cambia quando si parla di intelligenza artificiale. Quasi la metà dei genitori intervistati vorrebbe tenere l'IA fuori dalle aule. Quando l'uso viene invece presentato come strumento didattico gestito dagli insegnanti, il consenso cresce: il 71% riconosce l'importanza di esplorare applicazioni utili per una didattica più personalizzata, mentre il 68% apprezza l'idea che possa aiutare a creare contenuti su misura per gli studenti con maggiori difficoltà.
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