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Il valico di Rafah resta chiuso. Israele accusa: "Hamas non rispetta l'accordo"
18-10-2025, 19:01
Il valico di frontiera di Rafah tra l'Egitto e Gaza resta chiuso. Avrebbe dovuto riaprire lunedì ma l'ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere pochi minuti fa che rimarrà sbarrato a tempo indeterminato, citando il mancato rispetto dell'accordo di cessate il fuoco da parte di Hamas. “La riapertura sarà valutata in base alla misura in cui Hamas svolgerà la propria parte nel restituire gli ostaggi caduti e nell'attuare il quadro concordato”, hanno spiegato funzionari governativi. La dichiarazione contraddice il precedente annuncio dell'ambasciata palestinese in Egitto, secondo cui il valico sarebbe stato aperto il 20 ottobre prossimo per consentire a chi risiedere nelle cittadine e nei villaggi della Striscia di tornare a casa. Lunedì il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance sarà comunque in visita in Israele per discutere i progressi dell'accordo di pace e la restituzione da parte di Hamas degli ostaggi uccisi a Gaza. Vance discuterà anche dell'avanzamento alla seconda fase del piano presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che riguarda il disarmo del gruppo terroristico e l'istituzione di un'autorità alternativa per l'amministrazione della Striscia di Gaza. Intanto è in preparazione una mozione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sostenuta dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, per conferire a una forza di stabilizzazione internazionale poteri per controllare la sicurezza a Gaza durante la ricostruzione. L'Egitto punta a guidare la task force. Gli Usa stanno facendo pressioni affinché abbia un mandato Onu senza essere una vera e propria forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e agisca con gli stessi poteri concessi alle truppe internazionali che operano ad Haiti per combattere le bande armate. Turchia, Indonesia e Azerbaigian hanno promesso di inviare soldati per la task force. Non si prevede, al momento, il coinvolgimento di truppe europee, ma la Gran Bretagna ha inviato alcuni consiglieri a una piccola cellula gestita dagli americani in Israele per sovrintendere all'attuazione della seconda fase del piano di pace. Il Regno Unito ha già addestrato un contingente della polizia palestinese, ma la proposta assegna alla forza internazionale la responsabilità principale. Se la task force si dimostrerà efficace, Israele si ritirerà ulteriormente seppure ha tuttavia insistito sul fatto che manterrà un'ampia “zona cuscinetto” per proteggersi da nuovi attacchi di Hamas . Il Regno Unito ha sottolineato che l'obiettivo finale è uno Stato palestinese, che alla fine dovrà essere visto come "un'unica entità comprendente la Cisgiordania e Gerusalemme Est". Nel frattempo è arriva a Gaza la squadra di esperti turchi che dovranno cercare sotto le macerie i corpi dei 19 ostaggi israeliani deceduti che ancora non si trovano. La portata della distruzione a Gaza City rappresenta una sfida urgente, perché i cadaveri si troverebbero in gran parte sotto le macerie e la task force si trova ad operare tra il pericolo di crolli degli edifici bombardati e gli ordigni inesplosi rimasti tra le rovine dei palazzi.
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