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In crescita l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e cala lo scetticismo, gli italiani ora chiedono nuove norme e formazione
Oggi 27-11-25, 18:31
A Roma, nella sede di Adnkronos, alla terza edizione di “Intelligenza Umana, Supporto Artificiale”, istituzioni e imprese hanno messo al centro un punto aperto in Europa, la necessità di una cornice normativa unitaria, per non rimanere indietro in un contesto globale in cui Stati Uniti e Cina e India accelerano. È la linea sostenuta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Informazione e all'Editoria Alberto Barachini, secondo cui non è una legge nazionale a poter governare la trasformazione digitale, ma un'azione europea più ampia. Barachini ha richiamato l'urgenza di distinguere gli ambiti di applicazione, dall'assistenza sanitaria alla produzione dei contenuti. «Mentre negli Stati Uniti circolano già taxi senza conducente e servizi digitali avanzati, in Italia si discute ancora se accelerare o frenare». Una visione condivisa anche dal Mimit. Eva Spina ha indicato tre linee d'azione già operative: trasferimento tecnologico, formazione e sostegno alle imprese. A gennaio infatti partirà il nuovo bando dedicato alle Pmi, per coinvolgere le nuove generazioni nell'uso delle nuove tecnologie. Il gap resta comunque evidente il 70,2% delle piccole medie imprese ha ancora un livello basso di digitalizzazione, mentre in Spagna un'iniziativa simile ha raggiunto 350 mila aziende. Nel confronto operativo, l'intervento di Nicola Mangia, DXC Technology, ha mostrato come il Pnrr stia già producendo risultati in collaborazione con i Ministeri. L'azienda accompagna il Ministero dell'Ambiente nella realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale e il Ministero della Cultura in un programma di digitalizzazione dei beni culturali. Qui l'Italia ha stupito anche all'estero: «I miei colleghi internazionali sono rimasti affascinati nel vedere come stiamo portando avanti la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano», ha spiegato Mangia. Sul fronte europeo, l'europarlamentare Brando Benifei ha ribadito che per l'AI Act sono previsti nuovi standard tecnici entro il 2027 e, se non saranno pronti, sarà la Commissione europea a fissarli. Linea condivisa anche da Laura Jugel, ai Office della Commissione Ue, che ha annunciato un pacchetto semplificativo per una sandbox unica europea, con applicazione già prevista da agosto nei Paesi membri. Nelle università l'utilizzo dell'intelligenza artificiale è dell'83%. Che aumenta ad 85% durante la magistrale e all'87% per i dottorati. Il 90% degli italiani chiede più regole, mentre la quota di chi non si sente adeguatamente informato è scesa dal 52% dello scorso anno al 48%. L'obiettivo è quello di non fermare l'innovazione, ma incanalarla in un sistema comune. E come ha ricordato Alberto Tripi, advisor ia Confindustria: «Noi italiani abbiamo più creatività rispetto agli altri e dobbiamo usarla».
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