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Inbal Natan Gabay (ambasciata di Israele): "Pericoloso strumentalizzare il conflitto per fini politici"
07-08-2025, 11:10
«L'opposizione italiana che critica Israele? Strumentalizzare il conflitto a Gaza per fini politici interni è sbagliato e pericoloso». A parlarci della situazione a Gaza è la portavoce e consigliere politica dell'ambasciata di Israele in Italia, Inbal Natan Gabay , che smonta la propaganda di Hamas e le fake news che circolano sui media italiani e internazionali. Quanto c'è vero nei piani di occupazione della Striscia? «Israele si trova in una situazione estremamente complessa. Da quasi due anni siamo impegnati in una guerra difficile, scatenata da un attacco brutale e premeditato da parte di Hamas il 7 ottobre 2023. Un attacco in cui civili israeliani sono stati torturati, bruciati vivi, fatti a pezzi. Una barbarie che non può essere dimenticata. Ancora oggi, Hamas tiene in ostaggio 50 persone nella Striscia di Gaza. Israele ha il dovere morale e il diritto di fare tutto il possibile per riportarli a casa. E ha il diritto di difendersi, soprattutto mentre la popolazione israeliana continua a subire attacchi missilistici. Hamas non rappresenta solo una minaccia per Israele, ma per l'intera stabilità regionale e questa guerra sarebbe già finita se Hamas avesse liberato gli ostaggi e deposto le armi. Israele non ha cercato questo conflitto, ci è stato imposto e ci troviamo costretti a combatterlo per sopravvivere». Come commenta la decisione di alcuni Paesi di voler riconoscere la Palestina come Stato? «Questa domanda andrebbe rivolta ai governi che hanno deciso di riconoscere la Palestina come Stato. A oggi, però, stiamo parlando di qualcosa che semplicemente non esiste: non ci sono confini definiti, non c'è un'autorità unitaria e, di fatto, la Striscia di Gaza è controllata da Hamas, un'organizzazione terroristica. Francamente, i Paesi che hanno riconosciuto unilateralmente lo Stato palestinese forse dovrebbero chiedersi se una posizione che viene celebrata da un'organizzazione terroristica, che opprime e affama i civili palestinesi, sia davvero a sostegno della popolazione». Però Hamas sta vincendo la guerra della comunicazione... «Abbiamo notato una preoccupante carenza di fact -checking nelle immagini provenienti da Gaza. Troppo spesso vediamo contenuti non verificati finire sulle prime pagine dei giornali internazionali e non, frutto di un uso manipolatorio per influenzare l'opinione pubblica attraverso le immagini di bambini malati per accusare falsamente Israele di affamare intenzionalmente i palestinesi. Un altro esempio è l'inchiesta che ha condotto il quotidiano tedesco Bild, il quale ha smascherato i meccanismi della macchina propagandistica di Hamas: video e fotografie inscenate e create appositamente per alimentare una narrativa studiata ad arte contro Israele. Mi auguro che altri media, inclusi quelli italiani, seguano questo esempio di giornalismo responsabile». Ma non si può negare l'esistenza di un disagio. «Denunciare queste manipolazioni non significa negare l'esistenza di difficoltà umanitarie a Gaza. La realtà è che Israele consente l'ingresso di aiuti: dal 27 luglio l'IDF ha esteso l'orario della pausa umanitaria, dalle 8 del mattino alle 22, per permettere l'ingresso in sicurezza di circa 1.000 camion di aiuti e centinaia di lanci aerei di aiuti umanitari, inviati da molti paesi inclusa l'Italia. Ilproblema è che Hamas intercetta sistematicamente gli aiuti umanitari, li sottrae con la forza e priva la popolazione civile di ciò di cui ha urgente bisogno. La vera tragedia è proprio questa: gli aiuti arrivano, ma non raggiungono i destinatari. A questo si aggiunge il fatto che l'ONU non stia distribuendo i carichi fermi nei camion che restano in attesa all'interno della Striscia di Gaza». A proposito di Hamas, noi abbiamo denunciato il caso di Suleiman HIjazi legato a Mohamed Hannoun, come sono visti questi personaggi in Israele? «Tutte le organizzazioni o individui che supportano il terrorismo devono essere attenzionate da parte delle forze dell'ordine in qualsiasi Stato di diritto. Le persone che supportano il terrorismo non rappresentano solo un problema per Israele, ma una minaccia anche per i Paesi che ospitano queste reti ideologiche e operative». Come percepite l'atteggiamento delle opposizioni italiane che condannano continuamente Israele? «Israele ha sempre accettato le critiche, soprattutto se arrivano da Paesi amici e con spirito costruttivo. Il confronto è parte del nostro spirito democratico. Ma strumentalizzare il conflitto a Gaza per fini politici interni è sbagliato e pericoloso. In un momento così delicato, servirebbero responsabilità e visione, non polemiche ideologiche».
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