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Iran-Algeria: l'ultima alleanza ombra che minaccia il Sahara Occidentale
Oggi 22-04-25, 13:26
Un'inchiesta pubblicata dal Washington Post negli scorsi giorni ha svelato nuovi dettagli sull'intensificarsi dei legami tra l'Algeria e Hezbollah, il gruppo libanese filo-iraniano. Al centro dell'attenzione: il ruolo del Fronte Polisario, movimento separatista che rivendica l'indipendenza del Sahara Occidentale, da decenni sostenuto da Algeri. Secondo fonti regionali e diplomatiche europee citate dal quotidiano americano, alcuni miliziani del Polisario sarebbero stati addestrati dall'Iran e poi impiegati anche nel conflitto siriano, dove attualmente sarebbero detenuti dalle forze del nuovo governo guidato da Ahmed al-Sharaa. La situazione ha causato tensioni tra il regime algerino e la Siria. A gennaio, il nuovo presidente siriano ha rifiutato la richiesta di Algeri di rilasciare i combattenti del Polisario coinvolti nel conflitto sotto il precedente regime di Bashar al-Assad. Una presa di posizione che riflette un potenziale cambio di rotta della politica estera siriana, oggi più vicina a un asse arabo moderato. Secondo l'inchiesta, l'Iran e Hezbollah offrono da tempo supporto operativo al Polisario, fornendo addestramento militare e armamenti. Questo sostegno rientra in una più ampia strategia di proiezione dell'influenza iraniana in Nord Africa e nel Mediterraneo. L'Algeria, da parte sua, continua a ospitare la leadership del Polisario nei campi di Tindouf e intensifica le pressioni diplomatiche per mantenere il riconoscimento internazionale della cosiddetta “Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi” (Rasd), entità non riconosciuta dalle Nazioni Unite. La recente visita del ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf a Damasco aveva proprio questo obiettivo: dissuadere la Siria dal rivedere il proprio riconoscimento alla Rasd. Tuttavia, il gelo diplomatico emerso dall'incontro lascia intendere che il regime siriano stia rivalutando la propria posizione, in linea con quanto fatto in precedenza dalla Libia post-Gheddafi, che ritirò il proprio sostegno al Polisario dopo averne riscontrato il coinvolgimento nel conflitto interno. Alcune fonti confermano la presenza di miliziani del Polisario in Siria, mandati da Algeri per combattere a fianco di Assad. Molti di loro sarebbero stati arrestati dopo la riconquista di territori ribelli. Una situazione imbarazzante per l'Algeria, che oggi cerca di ottenere la loro liberazione per evitare un possibile scandalo internazionale. Questo scenario mette in luce il doppio gioco algerino: da un lato si propone come attore per la stabilità regionale, dall'altro utilizza il Polisario come leva geopolitica per contrastare il Marocco, in un momento in cui Rabat ha ottenuto importanti riconoscimenti sulla sovranità del Sahara Occidentale, incluso quello degli Stati Uniti. Mentre l'asse Teheran-Algeri cerca di destabilizzare la regione attraverso alleanze con gruppi armati, il Marocco - scrive il sito Opinione - rappresenta oggi l'unica via percorribile per una soluzione pacifica e sostenibile al conflitto del Sahara. In questo contesto, il sostegno della comunità internazionale a Rabat si configura non solo come scelta politica, ma come garanzia di stabilità per tutto il Nord Africa e il Mediterraneo.
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