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Quelle 21 determine e le lettere firmate che inguaiano Ricci
Oggi 29-07-25, 10:10
A Pesaro c'era un vero e proprio sistema. Che chiedeva soldi per sponsorizzazioni a banche e aziende (con toni spesso prossimi all'arroganza), costrette poi a fatturare ad associazioni "amiche" e non direttamente all'amministrazione pubblica. È questa l'essenza dell'inchiesta che sta scuotendo le Marche. Perché, al centro delle attenzioni degli inquirenti, c'è l'ex primo cittadino pesarese, Matteo Ricci, candidato del centrosinistra a (provare a) scalzare il governatore Francesco Acquaroli. L'esponente dem, in un'intervista al quotidiano La Repubblica, si è detto del tutto estraneo. «In dieci anni da sindaco mai una volta mi sono interessato di chi avrebbe realizzato i lavori». Eppure, in due lettere indirizzate ai dirigenti di Riviera Banca c'è la sua firma (oltre a quella del vicesindaco, Daniele Vimini). «Gentile Presidente, ci permettiamo di richiedere una compartecipazione economica complessiva non inferiore a 40mila euro. Siamo certi che Lei saprà cogliere lo spessore e l'interesse delle nostre proposte». Vengono citate la decima edizione di Popsophia, Candele sotto le Stelle e il Palio dei bracieri insieme al Festival Nazionale della Pizza Rossini del 2022. Due eventi oggetto della determina di spesa del 2 agosto 2022, la n.1866, che stabiliva un contributo (pubblico) di 30mila euro all'associazione Opera Maestra. L'anomalia, sulla quale gli inquirenti vogliono fare piena luce, sta nel fatto che l'istituto di credito abbia fatturato proprio ad Opera Maestra. Strano, soprattutto se si rileggono le dichiarazioni che, lo scorso 11 settembre, il direttore della banca, Gianluca Conti, ha rilasciato al quotidiano Il Resto del Carlino. «Ci teniamo a dire di aver versato questi contributi dopo colloqui con l'amministrazione comunale di Pesaro. Per poter pagare abbiamo ricevuto ogni volta una lettera formale di richiesta del contributo col relativo iban per effettuare il versamento». Tra gli atti emersi in questi giorni, anche una lettera di risposta (indirizzata «al sindaco Ricci») con la quale la società guidata dai fratelli Tomasucci si dichiarava disponibile a dare 20mila euro in sponsorizzazioni. Chi non è sceso dalla montagna con la piena può serenamente comprendere come, una missiva come quella indirizzata a Riviera Banca, spedita da un sindaco spesso presente nelle tv nazionali ad un piccolo istituto di credito locale, appaia come una sorta di diktat. E non come una richiesta. Ma negli atti contestati dalla procura ci sono altri 21 determinazioni di eventi e opere pubbliche, con in calce le firme di importanti dirigenti comunali. Si va dalla «realizzazione di iniziative durante le feste natalizie del 2020», alla «manutenzione di sottopassi», passando per l'opera «degli eroi del Covid19». Starà agli inquirenti stabilire se quegli stessi documenti siano passati prima dal vaglio politico o meno. Tradotto: quelle determinazioni erano frutto solo della volontà di dirigenti, seppur importanti, in grado di muovere a proprio piacimento denaro pubblico e decidere, in assoluta autonomia, o, alle spalle dei suddetti dirigenti, c'era un avvallo (e quindi una totale conoscenza) anche da parte di assessori e dello stesso sindaco? E proprio domani l'esponente dem verrà sentito dai magistrati. «Ricci sapeva, eccome se sapeva», ha affermato il consigliere comunale della lista civica Pesaro Svolta Giulia Marchionni che fa esplicito riferimento al maxi casco realizzato per celebrare i trionfi di Valentino Rossi. «È sufficiente confrontare la relazione descrittiva allegata alla delibera di giunta con il preventivo del 6 luglio 2022, per rendersi conto che si tratta dello stesso documento: l'unica differenza è che il preventivo è su carta intestata di Opera Maestra, contiene l'importo lavori ed è indirizzato al Comune di Pesaro e ha un numero di protocollo».
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