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Iran annuncia vendetta: Israele se ne pentirà. Ucciso il capo dei pasdaran
13-06-2025, 11:54
"Se Dio vuole, il regime sionista si pentirà della sua azione odierna". È quanto si legge sul profilo X del presidente iraniano Masoud Pezeshkian su X dopo gli attacchi israeliani della notte. "Non appena si è verificato l'attacco criminale del regime sionista, il presidente e la squadra governativa hanno assunto la gestione della situazione, e si è tenuta una riunione speciale del consiglio governativo a questo proposito", viene riferito. Il post indica poi che "Pezeshkian parlerà presto alla popolazione". Intanto Teheran ha confermato la morte del generale Hossein Salami, comandante in capo delle Guardie rivoluzionarie, durante i bombardamenti israeliani contro obiettivi strategici in Iran. Nei raid sono morti anche il capo di Stato maggiore Mohammad Bagheri e il consigliere politico dell'ayatollah Ali Khamenei, Ali Shamkhani. In particolare, la scomparsa di Salami, figura chiave dell'establishment militare iraniano, rappresenta un duro colpo per la leadership della Repubblica Islamica. FIGURA CHIAVE - Il generale, 65 anni, era a capo di uno degli apparati più potenti e influenti dell'Iran, nonché figura simbolo dell'espressione militare più aggressiva nella regione. Hossein Salami era stato nominato al vertice delle Guardie rivoluzionarie nel 2019 dalla Guida suprema, Ali Khamenei, in un momento di forte crisi con gli Stati Uniti, segnata dal ritiro unilaterale di Washington dall'accordo sul nucleare iraniano deciso dal presidente Donald Trump durante il suo primo mandato e dalla successiva imposizione di nuove sanzioni. L'incarico arrivò anche dopo la controversa designazione delle Guardie come organizzazione terroristica da parte degli Stati Uniti. Salami aveva aderito al corpo militare all'inizio della sanguinosa guerra Iran-Iraq negli anni '80. In seguito era salito ai vertici dell'aeronautica delle Guardie e, prima della promozione a comandante generale, ricopriva il ruolo di vicecomandante. L'UOMO DELLE MINACCE A ISRAELE E STATI UNITI - Salami era noto per la sua retorica infuocata contro Israele e gli Stati Uniti. In un discorso del 2016, aveva parlato di "terreno fertile per l'annientamento e il crollo del regime sionista". Dopo l'uccisione del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds, da parte degli Stati Uniti nel 2020, Salami aveva minacciato dure ritorsioni contro i vertici militari americani e israeliani. A cinque giorni dall'eliminazione di Soleimani, l'Iran lanciò una salva di missili balistici contro due basi militari irachene che ospitavano truppe statunitensi, causando decine di feriti ma nessuna vittima. Salami aveva allora avvertito: "Se minacciano i nostri comandanti, nessuno dei loro comandanti potrà sentirsi al sicuro".
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