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Kirk, Fedez controcorrente: "Democratici? Non diversi dai nemici (spesso immaginari)"
Ieri 11-09-25, 20:19
È un Fedez controcorrente quello che, di fronte a dichiarazioni e post deliranti sull'attentato a Charlie Kirk, prende posizione e inchioda i progressisti alla loro dichiarata ma non praticata democraticità. Ripubblicando tra le sue storie Instagram un contenuto condiviso, tra gli altri, dall'avvocata e attivista Cathy La Torre, il rapper non le manda a dire e condanna chi minimizza il colpo secco che ha causato ieri la morte del guru di destra vicino al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. "Le armi salvano vite, finché non tolgono anche la tua", si legge su una foto del 31enne ucciso mentre partecipava a un evento alla Utah Valley University. A scatenare l'ira del cantante sono i commenti degli utenti. "Sono la dimostrazione di quanto chi si considera democratico ed antifascista a volte non è poi così diverso dal suo nemico (spesso immaginario)", digita Fedez, lanciando una frecciata a tutti coloro che oggi hanno anteposto l'appartenenza a uno schieramento alla capacità di esprimere sconcerto in merito all'accaduto. Il punto, per Fedez, è che non basta sentirsi politicamente distanti per gioire della morte di un 31enne. "Per quanto possiate considerare aberranti le idee di Charlie Kirk, ieri una persona è morta per un'idea", continua via social il rapper, per poi lasciarsi andare a un netto "non c'è un ca**o da festeggiare". Lo sfogo dell'artista arriva al termine di una giornata in cui volti del giornalismo, della tv e della cultura non hanno perso occasione per gettare fango sul presidente Usa e i suoi seguaci. Tra le parole che più hanno fatto discutere ci sono state quelle di Roberto Saviano e di Alan Friedman. Se l'autore di Gomorra ha osato con un paragone osceno tra il tycoon repubblicano e Adolf Hitler, il giornalista ha ridimensionato l'omicidio affermando che "la violenza in America cresce grazie a gente come lui (Kirk, ndr)". Il concetto snocciolato sul suo profilo social, Fedez lo ripropone anche su quello del suo podcast, "Pulp Podcast". L'uccisione del fedele di Trump "riaccende i timori per il futuro della democrazia, non solo negli Usa", aggiunge.
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