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La bomba delle chat del ricatto per l'audio di Bova: “Se tutto questo diventa pubblico...”
Ieri 29-07-25, 12:57
Il caso Raoul Bova, da uno dei tanti pettegolezzi finiti nelle mani di Fabrizio Corona, si è rapidamente trasformato in uno scandalo oggetto dell'attenzione della Procura di Roma. L'indagine coordinata dalla pm Eliana Dolce con l'ausilio della polizia postale sta rivelando i retroscena del presunto tradimento dell'attore nei confronti della sua compagna (e collega) spagnola Rocío Muñoz Morales. Secondo quanto emerso sinora, a fondamento dell'inchiesta ci sarebbe un ricatto orchestrato dalla modella e aspirante attrice con la quale Bova avrebbe avuto una relazione nascosta – Martina Ceretti, 23 anni – insieme all'amico pr milanese Federico Monzino. Con l'obiettivo di “diventare famosa” Ceretti avrebbe condiviso gli audio intimi inviati da Bova con Monzino, che poi avrebbe fatto in modo di passarli a Fabrizio Corona il 5 luglio scorso. Di lì la puntata costruita nell'ormai celebre format dell'ex paparazzo, “Falsissimo”. Poi però la vicenda avrebbe assunto contorni più scabrosi e, potenzialmente, più rilevanti dal punto di vista penale. L'11 luglio il 53enne originario di Roma – come riporta Il Messaggero - ha infatti ricevuto dei messaggi dal contenuto ricattatorio da un'utenza con prefisso spagnolo: una tentata estorsione secondo gli inquirenti. Il quotidiano ne ha riportato alcuni spezzoni: “Non è che voglio estorcerti dei soldi, però capisci che se tutto questo diventa pubblico e lunedì arriva su Falsissimo è un problema? Stiamo cercando di venirti incontro” esordisce il ricattatore, che la Procura capitolina sospetta sia proprio Monzino. Che poi si spiega: “Anche solo aiutarmi a smontare Corona e far si che non pubblichi tutto. Te lo giuro che sono già in contatto con lui”. Bova non è stato al “gioco”: “A me sembra proprio un'estorsione, è un reato e io non cedo a nessun ricatto. Io non sono più in una relazione da tempo, quindi non è una cosa che crea disastro”. Ipotesi confermata anche dalle parole suo legale, smentite però dalla stessa Rocío, che si è detta inconsapevole della fine della relazione con l'attore. Per ora, la Polizia Postale ha denunciato solo Monzino, anche se lui a Il Messaggero ha dichiarato di non essere stato lui l'autore dell'estorsione. Intanto Bova non ha gradito i post ironici sui social network del Napoli Calcio e di Ryanair, colpevoli secondo lui di aver sfruttato la vicenda per trarne vantaggio in termini di interazioni, e si è mosso per chiedere il risarcimento danni.
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