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La Corte dei Conti blocca il Ponte. Meloni: "Invasione sulle scelte del governo"
Ieri 29-10-25, 22:16
La Corte dei Conti ha bocciato la decisione del Cipess di agosto, che aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Una delle opere simbolo del governo di centrodestra, che ha infatti reagito alzando la voce. "La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess è l'ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento - ha affermato la premier Giorgia Meloni- Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l'adunanza di oggi; per avere un'idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l'avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l'esistenza dei computer". Una posizione, quella della Corte, che non solo interviene su una scelta squisitamente politica del nostro esecutivo. Ma che va nella direzione opposta alla necessità di migliorare le infrastrutture del nostro Paese. Di difendere la nostra ingegneria, il genio italiano e la credibilità internazionale dell'Italia. Senza dimenticare l'incredibile sviluppo lavorativo che il Ponte porterà al Meridione. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende, diceva Giulio Andreotti. Complicato non vedere un nesso temporale tra questa decisione e la riforma della Giustizia voluta dai conservatori. Perentoria anche la presa di posizione del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini. "Si tratta di una scelta politica e un grave danno per il Paese. Andremo avanti". Evidenti critiche agli ermellini sono state mosse anche dal ministro degli esteri Antonio Tajani: "sono esterrefatto, non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare". Come da programma, quando c'è da sparare contro il Paese, la sinistra si compatta. Secondo il leader del Pd Elly Schlein, Meloni vuole "mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione. Con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale". Esulta, manco avesse vinto (davvero) le elezioni, il leader di Avs Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell'opera: "Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere".
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