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La criminologa Vagli: "Solo ombre". La stoccata dal Dna al foglietto di Sempio
Oggi 05-10-25, 11:19
“Il Dna ti dice chi, ma mai quando. Una traccia non ha calendario, non porta l'ora in cui è stata lasciata”. Lo scrive sulle colonne di Quotidiano Nazionale la criminologa Anna Vagli commentando gli sviluppi legati alla nuova inchiesta sul delitto Garlasco. Il riferimento è al Dna trovato sotto le unghie del mignolo destro e sul pollice della mano sinistra di Chiara Poggi. Secondo la procura di Pavia, la traccia sarebbe compatibile con il profilo genetico di Andrea Sempio. L'esperta puntualizza che, anche se fosse accertata la compatibilità con l'indagato, non è possibile datare quel Dna né stabilire se sia stato depositato sui margini ungueali della vittima tramite contatto diretto. L'impronta 33 Vagli è scettica anche sulla cosiddetta "impronta 33”, ovvero l'impronta palmare rilevata sul muro lungo le scale della tavernetta in cui, la mattina del 13 agosto 2007, venne trovato il corpo senza vita di Chiara. Secondo la difesa di Alberto Stasi, l'impronta sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio e conterebbe tracce di sangue. Tuttavia la procura di Pavia ha ritenuto, almeno per il momento, di doverla escludere dall'incidente probatorio. Anche perché l'intonaco su cui è stata rilevata non è più disponibile e, dunque, di quel reperto resta solo un'immagine digitale. “Senza superficie originale, la scienza forense non può verificare. - spiega l'esperta - Un'impronta senza materia è solo un'ombra, e le ombre non reggono in tribunale”. L'inchiesta per corruzione Infine l'esperta commenta l'inchiesta della procura di Brescia che vede come unico indagato l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti con l'ipotesi di reato per corruzione in atti giudiziari. Un'accusa apparentemente “monca”, secondo Vagli, in quanto mancherebbe l'eventuale “corruttore”. “Restano solo foglietti ritrovati a casa Sempio, - conclude - con scritte da ‘20-30 euro'”.
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