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La Magi...a del fantasma riunisce Renzi e Calenda: "Non è politica". Schlein in crisi
Oggi 16-05-25, 11:11
Altro che Partito Democratico o Movimento 5 Stelle. A dettare la linea del campo largo è il solito Renzi che rompe gli indugi e chiarisce come questa sinistra perde perché non è in grado di fare opposizione come dovrebbe. Non scopre l'America, ma certamente esplicita quanto in moltissimi pensano e in pochissimi dicono. L'assist, stavolta, gli arriva dal leader di +Europa che si traveste da “spirito tenebroso” per protestare contro l'oscuramento del referendum dell'8 e 9 giugno. Una sceneggiata che strappa qualche sorriso tra i banchi di Montecitorio, lo fa espellere dall'Aula e soprattutto consente alla maggioranza di sviare il dibattito da “nodi spinosi”, come appunto quelli su sanità e conflitti vari. Ecco perché il numero uno di Italia Viva, stavolta, non bacchetta le solite destre, ma coloro con cui ha corso alle ultime europee: «Quella di Magi – scrive in un post Facebook – è una pagliacciata che non serviva. La Meloni viene raramente in Parlamento. Una volta che accetta va sfidata sui contenuti, come hanno fatto molto bene Boschi e Schlein oggi. Perché quando stai sui contenuti, lei balbetta e non sa che dire. Vestirsi da fantasma è l'ennesimo regalo alla premier. Toglie visibilità ai contenuti seri e regala facile propaganda alla destra». Se le sue parole, per centristi e non, sono sacrosante, irritano e non poco il riferimento di quelli che, un tempo ormai lontano, erano “i radicali”. A parere di Magi sarebbe stato travisato un omaggio a Pannella, che protestò allo stesso modo in una nota tribuna politica. Arriva, quindi, la bordata di Riccardone all'ex premier: «Quando Renzi – dice ai microfoni di Radio 1, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari - deciderà di fare campagna elettorale per questo referendum ci sarà un lenzuolo anche per lui». A difendere Matteo, però, stavolta non ci sono i soliti della Leopolda, ma quel Calenda, con cui, fino a qualche mese fa, se ne sono dette di cotte e di crude. Pur non facendolo in modo esplicito, conversando con i giornalisti, sposa, per filo e per segno, quanto scritto dal politico toscano sui social: «Questa non è più politica, è un generale cazzeggio mentre il paese va a ramengo. Ho detto a Richetti che la prossima volta deve fare l'interrogazione a torso nudo, urlando e se può scrivendosi una cosa sul petto. Non serve scrivere un testo approfondito con l'Ufficio studi. Sono tutte robe noiose». Ironizza su come le istituzioni, per qualcuno, stiano diventando una «specie di concorso, tipo X Factor», al fine di ottenere qualche servizio sui telegiornali. Una magia al fantasma Magi, pertanto, è già riuscita: rimettere insieme le prime due donne del centro italiano, gli ex alleati che, con zuffe e protagonismi vari, hanno infranto il sogno della nuova Dc. È bastato un lenzuolo bianco per ottenere quanto non è riuscito a centinaia di tavoli e interlocuzioni. Se i nostalgici della balena bianca, altresì, parlano di “miracolo”, non la pensa allo stesso modo la prima donna del Nazareno. Elly Schlein, proprio perché è stata l'unica a essere salvata dall'invettiva del giglio fiorentino, ora non solo dovrà sentirsi, tutti i giorni, i soliti 5 Stelle, ma anche Bonino e compagni. Insomma, gli stessi profili con cui il gotha Pd pensava che Matteo dovesse costruire il polo riformista, teso a smontare le ambizioni interne dei vari Guerini e Picierno. Insomma, quel genio di Renzi, ancora una volta, sfrutta le uscite poco felici di chi voleva solo un po' di visibilità per rimescolare le carte nell'alleanza. Sin dall'antica Roma, d'altronde, valeva il detto, in politica mai tramontato, del "divide et impera".
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