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La magia di Magi rifà il "fantasma" per non perdere la guida di +Europa
16-11-2025, 13:14
Alla fine la resa dei conti non c'è stata perché i conti a Magi non tornavano. Ma andiamo con ordine. Ieri ci doveva essere l'assemblea di Più Europa, all'ordine del giorno un solo punto: confermare o rigettare la decisione del Collegio di garanzia di sospendere sette membri della «lista Millennium»; la lista di «opposizione» rispetto a quella del segretario. Solo che a mancare era proprio Riccardo Magi e i suoi e non è stato certamente un caso. Il segretario quando ha capito che la sua maggioranza non aveva i numeri per confermare la decisione del Collegio di Garanzia ha preferito non presentarsi facendo saltare l'assemblea. Ovviamente la scelta del segretario non è piaciuta e alcuni membri dell'assemblea hanno voluto esprimere plasticamente il loro disappunto. Manuela Zambrano si è collegata da remoto vestita da fantasma, una citazione della celebre protesta di Magi che si presentò in Parlamento con un lenzuolo addosso per protestare contro il silenzio del governo Meloni sui referendum di giugno. Bruno Gambardella ha optato invece per un più sobrio cartello con su scritto: «Questi fantasmi». «Dapprima il Segretario di +Europa tenta di far fuori l'intera lista principale di opposizione per una questione irrilevante, il Collegio da lui sostenuto gli dice no e si inventa un contentino, la sanzione per noi 7 presentatori. Il partito ci fa aspettare due mesi e mezzo per un'assemblea che avrebbe dovuto segnare il trionfo del metodo Magi, ma la sua maggioranza si squaglia completamente e non si presenta. Magi ha fallito su questa vicenda, ci aspettiamo ora uno scatto di dignità e un ritorno alla politica» ha dichiarato Valerio Federico della «lista Millennium». Che ha aggiunto: «Lo avvertimmo al Congresso, non si doveva ripartire da un'imbarazzante corsa alle tessere last minute, che lo premiò, e da programmi politici delle liste incompatibili, ma non ci ascoltò e quello di oggi è il risultato». Ora la presidente dell'assemblea dovrà riconvocare nuovamente la plenaria. E la sensazione è che non sarà fissata a stretto giro visto che ci sono voluti più di due mesi per individuare la data di ieri. Magi si prenderà il tempo di trovare una maggioranza disposta a «epurare» i sette della lista di opposizione. Quella che non è riuscito a trovare questa volta. E pensare che, almeno secondo fonti vicine al partito, uno dei «no» incassati da Magi sia stato pronunciato proprio da Mariniello. Il vicesegretario di +Europa, uno dei fautori di quell'improvviso tesseramento in massa di fine dicembre 2024 sarebbe contrario a estromettere la minoranza dall'assemblea. È stato fatto un tentativo di coinvolgere il presidente del partito Matteo Hallisey, ma senza successo. «La cosa incredibile è che non si è proprio presentato» ha dichiarato uno dei membri dell'Assemblea. «Un fatto veramente anomalo perché non è che se veniva ci sarebbe stato il numero legale. Un segretario ha il dovere di esserci e se capisce di non avere i numeri dovrebbe fare due cose: o rinuncia a quest'azione contro la lista di minoranza o si dimette» ha concluso. In pratica quello che doveva essere l'appuntamento finale è solo un altro capitolo di una brutta storia iniziata a dicembre. Magi ora ha due strade davanti: trovare i numeri per portare a termine l'operazione anti-Millennium o rinunciare e cercare una sintesi. La sensazione però è che non ci sia più spazio per una ricomposizione. Non solo per la voglia del segretario di dettare lui le regole del gioco, ma anche per lo scoramento e la rabbia di alcuni membri dell'assemblea per la situazione che si è venuta a creare. Ricordiamo che tutto nasce dalla richiesta di Magi di escludere del tutto la «lista Millennium» sostenendo che tra le loro fila ci sarebbe stata una tesserata a sua insaputa. Nonostante la Commissione di Garanzia Congressuale (che coincide con il Collegio di Garanzia) avesse certificato l'elettorato attivo prima del Congresso di febbraio; quindi di conseguenza anche l'iscrizione della tesserata. Il Collegio di Garanzia decide poi di non escludere tutta la lista, ma di sospendere solo i sette capilista. Anche se poi nelle motivazioni oltre alla sospensione deciderà anche per la decadenza dalle cariche.
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