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La minaccia agli Usa: “Basi in Medio Oriente ridotte in cenere”. Come risponderà l'Iran
Oggi 22-06-25, 09:03
Il ministero degli Esteri di Teheran ha condannato gli Stati Uniti per aver lanciato una "guerra pericolosa" contro l'Iran a seguito degli attacchi statunitensi a tre impianti nucleari del Paese. "Ora, completando la catena di violazioni e crimini commessi dal regime sionista, gli Stati Uniti hanno lanciato una guerra pericolosa contro l'Iran", ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota. "Gli Stati Uniti dovranno sopportare le conseguenze di questo attacco aggressivo, come abbiamo ripetutamente avvertito. Le sue basi in Medio Oriente saranno ridotte in cenere". E' invece la minaccia lanciata dai Pasdaran dopo l'attacco condotto dagli Stati Uniti nella notte. I Guardiani della rivoluzione hanno quindi rivendicato di aver “usato contro Israele missili a lungo raggio con combustibile solido e liquido, con testate distruttive e nuove tattiche per aggirare la difesa del nemico''. "Gli attacchi hanno preso di mira l'aeroporto, un centro di ricerca biologica dell'entità sionista e basi di supporto e centri di comando e controllo a vari livelli del nemico", hanno sostenuto i Pasdaran. L'amministrazione Trump si sta preparando a potenziali ritorsioni da parte dell'Iran e le prossime 48 ore ritenute particolarmente preoccupanti. Lo riferisce l'emittente americana Nbc, citando due funzionari della Difesa e un alto funzionario della Casa Bianca. Non è chiaro se eventuali ritorsioni riguarderanno località all'estero o su territorio nazionale, o entrambe, hanno affermato i funzionari. Due funzionari esperti di pianificazione militare hanno affermato all'inizio della settimana che l'Iran ha già in programma di colpire basi e risorse statunitensi in Medio Oriente, se necessario. Le basi e le risorse statunitensi sono al massimo stato di allerta da mesi, ma dopo l'inizio della guerra di Israele con l'Iran il 13 giugno, i funzionari americani all'inizio della settimana hanno affermato che le preoccupazioni erano ulteriormente aumentate riguardo ai potenziali attacchi alle risorse statunitensi da parte dell'Iran o dei suoi delegati nella regione. Anche gli esperti sostengono che bisogna presumere che l'Iran reagirà agli attacchi Usa. Secondo il generale in pensione Joseph Votel, ex comandante del Comando Centrale degli Stati Uniti, che sovrintende alle truppe americane in Medio Oriente, la risposta di Teheran potrebbe tradursi in attacchi diretti alle forze statunitensi o alle missioni diplomatiche nella regione, oppure informatici, terrorismo o nuovi attacchi da parte dei proxy iraniani o anche nell'interruzione delle forniture di energia dal Golfo. I grandi centri militari statunitensi in Qatar, Bahrein e Kuwait sono "molto probabili" obiettivi dell'Iran, ha affermato Votel al Financial Times, aggiungendo che il Centcom avrebbe già preso provvedimenti in vista dell'attacco. Secondo Dana Stroul, ex vice segretario alla Difesa per il Medio Oriente, si scoprirà presto se Trump è "preparato alle conseguenze". Nei giorni precedenti l'azione militare degli Stati Uniti Elliott Abrams, che era il rappresentante speciale per l'Iran e il Venezuela nella prima amministrazione Trump, aveva affermato che gli obiettivi potrebbero anche essere gli alleati statunitensi nel Golfo, come l'Arabia Saudita o gli Emirati Arabi Uniti. E se l'Iran chiuderà lo Stretto di Hormuz ciò, ha aggiunto, "farebbe immediatamente aumentare i prezzi mondiali del petrolio". L'ex segretario dell'aeronautica militare Frank Kendall si era detto convinto che l'Iran è già pronto a un contrattacco con una "serie di missili balistici, missili da crociera e droni". Secondo un funzionario della difesa statunitense, gli Stati Uniti hanno circa 40.000 soldati e personale militare in Medio Oriente, in basi e siti militari in Bahrein, Kuwait, Qatar e Emirati Arabi Uniti, nonche' in Egitto, Iraq, Giordania, Oman, Arabia Saudita e Siria.Le basi negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar, Arabia Saudita, Iraq e Kuwait sono dotate di difese aeree, ma si trovano a portata dei missili a corto raggio dell'Iran. Nella regione sono presenti anche diversi cacciatorpediniere e un gruppo di portaerei, con il gruppo da battaglia della USS Nimitz in arrivo.
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