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La sinistra grida al tentato golpe ma ha sempre piazzato i giudici alla Corte costituzionale
10-10-2024, 13:52
La sinistra ricorre alla tattica dell'«Aventino» per non far eleggere il giudice mancante della Corte costituzionale. Un ostruzionismo motivato dal fatto che il nome indicato dal centrodestra, Saverio Marini, sarebbe troppo vicino alla stessa maggioranza. Ma, al di là del metodo e delle procedure politiche, c'è un tema di fondo che rivela il riflesso ripetitivo della sinistra in questa «tornata» per l'elezione del giudice costituzionale, ovvero una certa refrattarietà a riconoscere come anche nomi provenienti dal campo avverso possano accedere agli organismi di garanzia. Che evidentemente, forse a causa della ben nota autoinvestitura di superiorità morale, nel mondo progressista considerano di quasi esclusivo proprio appannaggio. Molti, infatti, sono i nomi provenienti dalla propria area che hanno fatto parte della Consulta, o quantomeno che, pur da indipendenti, hanno in vari momenti del proprio percorso portato acqua al mulino di quelle tesi lì, di quelle battaglie lì. Per esempio a quest'ultima categoria appartiene Gustavo Zagrebelsky, che entrò nella Corte Costituzionale nel 1995 (di cui diventerà presidente, per qualche mese, nove anni dopo) su nomina dell'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. A essere illustre, Zagrebelsky lo è, e ciò è innegabile. Così come è innegabile, però, un certo suo attivismo pubblico, che lo condusse addirittura a salutare la discesa in campo di Berlusconi, con un articolo su L'Unità nell'aprile 1994, come dipingendo un «rischio regime», individuando nel berlusconismo una «sottocultura». Scorrendo qui e là lungo l'ultimo trentennio di consulta ci si imbatte in Valerio Onida, che fu componente di elezione parlamentare e sedette nella Corte tra il 1996 e il 2004. Lo ritroveremo poi nel 2010, candidato alle primarie del centrosinistra per la candidatura a Sindaco di Milano. E che dire, poi di Giovanni Maria Flick? Fu ministro di Grazia e giustizia nel primo governo Prodi, poi entrò nella Consulta su nomina presidenziale nel 2000. E ancora Gaetano Silvestri, che fu nella Corte Costituzionale tra il 2005 e il 2014, su elezione parlamentare. Il suo è un profilo di sensibilità politico-culturale molto chiara, visto che fu iscritto al Partito Comunista Italiano e addirittura eletto nel Consiglio Comunale di Messina per un mandato negli anni '70. In questa veloce carrellata non può mancare Giuliano Amato, alla Consulta tra il 2013 e il 2022 su nomina del Presidente della Repubblica. Il suo è un percorso politico tutto a sinistra. Socialista nella prima Repubblica, dopo la fine del garofano scelse il lido di sinistra, e fu deputato e Senatore più volte per l'Ulivo e il Pd. Il suo secondo mandato da Presidente del Consiglio (il precedente fu nel tramonto della Prima Repubblica) si ebbe tra il 2000 e il 2001, alla fine del disastroso quinquennio del centrosinistra. E fu anche ministro dell'interno con il secondo governo Prodi (2006-2008). Ancora, si annovera un illustra percorso politico a sinistra per l'attuale Presidente della Corte, Augusto Barbera. Fu più volte deputato tra gli anni 70 e gli anni '90, prima con il PCI e poi con il PDS. E vale la pena di ricordare anche il caso di Fernanda Contri. Alla consulta tra il 1996 e il 2005, in precedenza era stata ministro per gli affari sociali del governo Ciampi. Più di dieci anni dopo, 2007, aderisce al Pd in cui dimostrò anche un certo attivismo. Prima candidata alle primarie nel collegio di Tiglio (Liguria) poi, più tardi, presidente della commissione di garanzia del partito per vigilare sulla regolarità delle consultazioni per scegliere il candidato presidente della Regione.
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