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Landini e la vergognosa accusa sessista a Meloni: “È una cortigiana”. È bufera
17-10-2025, 07:39
Una caduta di stile vergognosa. Un epiteto che trasuda sessismo, volgarità e un palese (ed ingiustificato) senso di superiorità. Maurizio Landini ha dato, pubblicamente, della «cortigiana» a Giorgia Meloni. Una parola che lascia poco (anzi, nulla) all'immaginazione e che potrebbe essere uscita dalla bocca di un avvinazzato avventore di una mescita di vino. E non del più importante leader della sinistra italiana. Il segretario della Cgil si trovava negli studi della trasmissione televisiva «Di Martedì» per parlare della guerra in Medioriente, dell'ottimo rapporto tra Palazzo Chigi e l'inquilino della Casa Bianca e dell'oggettivo successo della mediazione voluta dal Presidente degli Stati Uniti. Un risultato che cozza con la grottesca convinzione di chi ha bloccato un Paese, il nostro, con scioperi e manifestazioni, ha difeso la caravella della speranza (al secolo, la Flotilla) e alla fine si è ritrovato con un pugno di mosche in mano. «Meloni in realtà si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito - ha spiegato Maurizio Landini ai telespettatori di La7 -. Per fortuna che c'erano i cittadini italiani che sono scesi in piazza e hanno difeso la dignità e l'onore di questo Paese». Una presa di posizione talmente oscena che persino il conduttore, Giovanni Floris, è dovuto intervenire. «Cortigiana verrà ripreso perché è un termine in qualche modo sessista. Intende dire: stare in qualche modo sulla scia di Trump senza incidere?». «Beh, certo. Intendo stare alla corte di Trump, essere il portaborse di Trump», ha provato a rimediare il sindacalista. Nel pomeriggio di ieri è arrivata la replica di Giorgia Meloni, che ha affidato alle sue pagine social un commento al vetriolo. «Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce in televisione una cortigiana. Penso che tutti conoscano il significato più comune attribuito a questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su Internet. Ed ecco a voi un'altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta». Nel post il presidente del Consiglio è presente anche la foto del dizionario della lingua italiana, secondo la quale «cortigiana» significa «donna di facili costumi, etera, prostituta». È suggestivo come un'offesa così grave venga proprio dalla sinistra, che, ad ogni piè sospinto, sproloquia di patriarcato, di sessismo e di politicamente corretto. «Non ho parole per commentare come il leader della Cgil nazionale Landini ha definito la premier. Linguaggio volgare e sessista che dimostra l'incapacità di certi uomini ad avviare un cambiamento culturale affinché la donna non sia più considerata come un essere inferiore, un oggetto da usare e gettare. Chi ricopre incarichi importanti dovrebbe essere di esempio, soprattutto ai giovani. Giorgia, ti abbraccio» ha scritto su X il vicepremier Antonio Tajani. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, si rivolge alla sinistra italiana. «Sarebbe bello che i professionisti del politicamente corretto, sempre pronti a bacchettare chiunque, condannassero le parole di Landini. Non oso immaginare il profluvio di parole sdegnate se, a parti rovesciate, il termine fosse stato usato per Elly Schlein». Una richiesta, quella di prendere le distanze dal segretario della Cgil, che viene raccolta da Pina Picierno, europarlamentare del Partito democratico («il linguaggio offensivo e sessista non è solo una questione di civiltà, ma un ostacolo concreto alla piena agibilità democratica delle donne nella società italiana. Mi auguro che Maurizio Landini si scusi») e dal senatore dem, Filippo Sensi («gli insulti non vanno mai bene, da qualsiasi parte arrivino. Clima troppo saturo, un passo indietro quando si esagera sarebbe la cosa giusta da fare»). Due appelli densi che buon senso, caduti però nel vuoto. Landini infatti non solo non si è scusato, ma ha persino rilanciato. «Martedì ho detto che Meloni è stata sulla scia di Trump, è stata alla corte di Trump, ha fatto il portaborse di Trump. Ho espresso, evidentemente, un giudizio politico sul mancato ruolo del nostro governo e della sua presidente del Consiglio». E le scuse?
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