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L'appello a Leone della sorella di Mirella Gregori: "Agisca diversamente dai predecessori"
Ieri 16-05-25, 12:56
Maria Antonietta Gregori, la sorella di Mirella Gregori scomparsa il 7 maggio 1983, si appella al nuovo Papa mentre sono 42 gli anni dalla sparizione. "Questo 7 maggio è stato di solitudine. Sono rimasta a casa a pensare alle mille cose successe in questi 42 anni. Il pensiero positivo va alla Commissione parlamentare, che sta proseguendo con le audizioni - ha detto intervistata nel corso della trasmissione 'La Storia Oscura' su Radio Cusano Campus - Spero che vengano ascoltate nuovamente le persone che devono essere ascoltate". Gregori ha anche parlato del presunto depistaggio legato a una telefonata ricevuta nel negozio dove lavorava l'allora fidanzato - oggi suo marito - subito dopo la scomparsa di Mirella: "È stato un depistaggio che ci ha lasciati con gli occhi spalancati. Chi poteva sapere certe cose? Qualcuno molto vicino, che aveva informazioni precise. Non si possono inventare le marche dei vestiti. Si possono fare solo ipotesi, ma non si può dire con certezza se si trattasse di Marco Accetti". "Spero che la Commissione raccolga gli elementi utili da trasmettere alla Procura, affinché venga finalmente aperta un'inchiesta", ha proseguito Maria Antonietta Gregori in merito all'attività della Commissione parlamentare. "Quanti altri anni devono passare per conoscere la verità su mia sorella? Ho cercato di offrire spunti per far luce sul suo destino e spero che il mio ennesimo grido di aiuto venga ascoltato. Stanno lavorando bene, ognuno porta il proprio punto di vista, e insieme potrebbero arrivare alla verità. La Procura ha il potere di farlo". Gregori ha poi commentato i diversi atteggiamenti assunti dai Pontefici sul caso: "Da Leone XIV è ancora tutto prematuro. Spero che, una volta informato della situazione- soprattutto riguardo a Emanuela Orlandi, cittadina vaticana- possa agire diversamente. Né Giovanni Paolo II né Papa Francesco hanno mai risposto ai miei appelli a San Pietro. Solo una volta, Giovanni Paolo II visitò la nostra parrocchia: lì mia madre lo incontrò e riconobbe uno degli uomini della scorta. In qualche modo, queste due storie si intrecciano". Infine, ha concluso commentando le dichiarazioni di Marco Fassoni Accetti: "Vuole solo stare al centro dell'attenzione. Se davvero è coinvolto insieme ad altri, perché è ancora libero? Perché non è stato arrestato? Che fornisca prove. Parla, si autoaccusa, ma resta libero. Lo ha fatto anche nel 2013 davanti al giudice Capaldo. Se dice bugie, lo si smascheri. Altrimenti, si cerchi una soluzione definitiva per capire il suo ruolo nella vicenda".
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