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L'appello delle comunità ebraiche: “Si giochi la partita. Lo sport non deve cedere all'odio”
03-09-2025, 14:23
Lo sport dovrebbe rimanere un terreno neutrale, lontano da conflitti e contrapposizioni politiche. È questo l'appello rilanciato dall'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) in vista della partita di qualificazione ai Mondiali tra Italia e Israele, in programma il 14 ottobre allo stadio Friuli di Udine. La presidente dell'Ucei, Noemi Di Segni, ha ricordato come già un anno fa un match analogo fosse stato accompagnato da polemiche. «È una responsabilità del sindaco generare nella propria città un clima di accoglienza e sicurezza, specialmente per eventi che riguardano giovani. Che messaggio diamo loro altrimenti?», ha dichiarato al Messaggero Veneto, rivolgendosi indirettamente al primo cittadino di Udine, Alberto Felice De Toni. Quest'ultimo, nei giorni scorsi, aveva infatti ipotizzato il rinvio dell'incontro. Per le comunità ebraiche, il principio è chiaro: «Lo sport deve sempre essere uno spazio che non giudica e che non esclude, ma occasione di ribadire valori e comunanza. Se si esclude, fosse anche per ragioni di sicurezza e intimidazioni, si cede alla minaccia e all'odio. Non si aiutano i palestinesi». Di parere opposto il Comitato Pro Palestina di Udine, che ha accolto con favore le parole di De Toni, pur criticandone l'impostazione. Secondo gli attivisti, «tentare di spostare una questione politica su un piano di ordine pubblico non solo è pericoloso ma è un'operazione che distoglie l'attenzione dalle vere responsabilità di chi ci governa». La richiesta è netta: stop alla vendita di armi a Israele e alla cooperazione economica, compreso il gemellaggio tra Udine e Modi'in, città israeliana definita «insediamento illegale ai sensi del diritto internazionale». Il dibattito ha rapidamente assunto una dimensione nazionale. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha detto di condividere la proposta del sindaco: «Trovo inopportuno giocare questa partita in questo momento. È necessario dare un segnale di coerenza». Ancora più dura la posizione di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana): «Mentre i palestinesi continuano a morire a Gaza, in Italia il governo Meloni pensa che si possa tenere tranquillamente una partita di calcio a Udine con la nazionale di Israele». Di segno opposto la replica dell'ex ministro Carlo Giovanardi, che ha ricordato «il 7 ottobre del 2023 i terroristi di Hamas abbiano invaso Israele sterminando più di mille uomini, donne e bambini facendoli a pezzi, e prendendo in ostaggio circa 250 ebrei israeliani». Per Anna Cisint, eurodeputata della Lega, l'atteggiamento di De Toni è invece «triste e penoso», segno di «conformismo e radicalismo della sinistra».
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