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"Lascio l'Agenzia delle Entrate ma non scendo in campo": Ruffini si dimette
13-12-2024, 08:18
Dopo giorni di indiscrezioni su un suo possibile avvento nell'agone politico come leader del nascituro "centro" del campo largo o addirittura "frontman" del centrosinistra, Ernesto Maria Ruffini lascia la guida dell'Agenzia delle Entrate e risponde con un "no" a chi gli chiede se sia realmente intenzionato a scendere in campo. "Sì, l'ho già fatto. Mercoledì ho visto il ministro Giorgetti per avvertirlo dell'intenzione di rimettere il mandato e consentire così il regolare passaggio di consegne con chi sarà chiamato a succedermi", annuncia in un'intervista al Corriere della Sera. "Ci sono domande a cui si risponde con un sì o con un no. E la mia risposta è no. Avevo già smentito dopo i primi articoli di stampa. Lo ripeto. Non condivido il chiacchiericcio che scambia la politica per un gioco di società, le idee per etichette ed il senso civico per una scalata di potere. Non scendo e non salgo da nessuna parte", scandisce, rivendicando però il suo "diritto di parlare" e di occuparsi di politica "da cittadino" e non risparmiando una serie di accuse al governo. Le dimissioni, spiega l'esattore, sono "l'unico modo per rimanere me stesso", ma le parole scagliate contro la maggioranza suonano come un ritornello di preparazione del terreno per il cambio di rotta che lui stesso assicura di non voler imporre alla sua carriera. "Sono un avvocato che da tanti anni scrive e partecipa a incontri pubblici su ciò che ci unisce, come la Costituzione e l'uguaglianza. Ho letto però che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere o oppure lasciare l'incarico. La mia unica bussola in questi anni è stata il rispetto per le leggi e per il mandato che mi è stato affidato, perché il senso più profondo dello Stato è questo: essere al di sopra delle parti, servire il bene comune", afferma Ruffini, che aveva già smentito le voci in circolazione ma che le aveva anche implicitamente rafforzate con la partecipazione a un convegno degli ex-popolari. Ad avvalorare la tesi di una discesa in campo erano stati anche gli endorsement arrivati da figure di sinistra. "Una persona di grande valore da non imprigionare in un'operazione di laboratorio" lo ha definito Rosy Bindi. Secondo Romano Prodi Ruffini è "retto, capace, conosce il Paese. Bisogna vedere se infiamma la gente. Il problema è questo". Anche Bruno Tabacci, di Centro democratico, tra i sostenitori: "Ruffini è personalità solida ed equilibrata, con una grande passione politica che viene da una storia familiare molto impegnata". Matteo Renzi, invece, aveva ieri avvertito l'ormai ex direttore dell'Agenzia delle Entrate: "Se vuole correre lo faccia, ma gli do due consigli gratis: deve dimettersi dall'Agenzia delle Entrate, non può fare il manager del governo e il leader dell'alternativa, e deve scegliere un portavoce diverso".
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