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Latina: l'ex badante accusata dell'omicidio del 63enne non risponde al Gip, si cerca l'arma delitto
Ieri 22-09-25, 22:37
Prima l'avrebbe sgozzata e poi sarebbe andata a giocare al Bingo. Almeno secondo il racconto di un testimone. Sabrina Dal Col, la badante di 53 anni accusata di aver ucciso Antonietta Rocco, la donna di 63 anni trovata morta nella sua abitazione di Campo Boario a Latina, non ha risposto alle domande del Gip del tribunale di Latina. La presunta killer della 63enne è stata fermata venerdì pomeriggio dalla sezione omicidi della squadra mobile della Questura di Latina, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere dell'anziana che aveva accudito in passato. Il delitto, secondo quanto riscostruito dalla polizia, sarebbe avvenuto giovedì tra il tardo pomeriggio e la sera. Le indagini, coordinate dalla sostituta Martina Taglione, hanno finora stabilito che la vittima sarebbe stata sgozzata con un'arma da taglio compatibile con un machete o comunque con una lama lunga e molto affilata. Poco dopo l'omicidio, Sabrina Dal Col, secondo quando ricostruito, sarebbe andata a giocare in una sala bingo in via Morosini, nel capoluogo pontino. Quando gli agenti sono intervenuti nell'abitazione di via Muzio Scevola, dopo la richiesta di soccorso della nuova badante, hanno trovato l'appartamento completamente a soqquadro e con evidenti tracce di rovistamento. L'arma del delitto, presumibilmente un machete, non è stata ancora ritrovata. Restano numerosi punti oscuri, primo fra tutti il possibile movente, che secondo gli investigatori potrebbe essere legato a questioni economiche di lieve entità. La presunta assassina, in carcere per il delitto, aveva in passato lavorato presso la vittima, dove aveva sostituito la badante 'ufficiale' durante le ferie. Il rapporto professionale si era successivamente interrotto in modo non pacifico, con un forte risentimento da parte della donna, elemento che le indagini hanno confermato. Nel frattempo, emergono nuovi dettagli sugli spostamenti che la presunta assassina avrebbe fatto giovedì subito dopo il delitto. Secondo alcune testimonianze, Dal Col sarebbe stata vista all'interno della sala bingo di via Don Morosini, a Latina, dove avrebbe trascorso circa quattro ore. La donna, secondo alcuni testimoni, aveva una vistosa fasciatura alla mano. A chi le ha chiesto spiegazioni, la donna avrebbe risposto di essersi ferita mentre lavorava. Dopo aver lasciato la sala giochi, Dal Col sarebbe tornata a casa e nessuno ha riferito di averla vista turbata. Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, ha convalidato la misura cautelare in carcere. La donna è difesa dagli avvocati Alessandro Farau e Maurizio Maricca. Il medico legale aveva evidenziato, già durante il sopralluogo, ferite compatibili con una lama ed un corpo contundente di grosse dimensioni.
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