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“Ospedale psichiatrico”. Destino incerto per la studentessa arrestata in Iran
04-11-2024, 09:13
Non si hanno più notizie da sabato 2 novembre di Ahoo Daryaei, la studentessa dell'Università Azad di Teheran che è diventata il volto di una protesta coraggiosa e disperata. In un video che ha fatto il giro del mondo, la giovane si toglie il velo e poi i vestiti nel cortile dell'università, rimanendo in biancheria intima, con le braccia incrociate e lo sguardo fermo, come a sfidare le restrizioni che impongono alle donne il velo in Iran. Fonti locali riferiscono che le guardie universitarie l'avrebbero fermata per via del velo “non correttamente indossato”: membri della milizia Basij le hanno poi strappato il velo e i vestiti. Di fronte a quella che ha vissuto come una molestia e una limitazione intollerabile, la ragazza ha reagito con un gesto di protesta potente e visibile. Il video, che la ritrae prima immobile nel cortile circondata da sguardi increduli, poi mentre si allontana a piedi, ha suscitato un'ondata di solidarietà e preoccupazione. Poco dopo l'allontanamento, però, si vedono alcuni uomini scendere da un'auto e trascinarla via. Da allora, di Ahoo non si sa più nulla. La paura, scrive l'Avvenire, è che sia stata condotta in commissariato, interrogata e poi incarcerata, seguendo un copione ormai tristemente noto per chi protesta contro le rigide norme di abbigliamento e comportamento femminile nel Paese. I paragoni con Mahsa Amini, la 22enne morta nel 2022 dopo essere stata arrestata dalla polizia morale, non si sono fatti attendere. La morte di Amini diede vita al movimento "Donna, Vita, Libertà", che innescò una serie di proteste in Iran e in tutto il mondo. La preoccupazione si estende anche ad altri casi simili: come Nika Shakaram, appena sedicenne, trovata morta dopo essere stata arrestata dalle forze di sicurezza, e Arezou Badri, 32 anni, ferita gravemente dopo essere stata colpita a colpi d'arma da fuoco mentre viaggiava senza il velo. In risposta all'arresto di Ahoo Daryaei, Amnesty International ha chiesto il suo rilascio immediato, denunciando il rischio di violenze fisiche e sessuali durante la detenzione e sollecitando indagini indipendenti sulle condizioni di arresto. Secondo quanto riportato da una newsletter studentesca su Telegram e confermato da alcune fonti vicine all'università, la giovane sarebbe stata trasferita in un ospedale psichiatrico su ordine delle autorità. Amir Mahjoub, rappresentante dell'Università Azad, ha dichiarato che la ragazza soffrirebbe di “problemi psicologici”, mentre i media governativi hanno diffuso un video con un uomo che si presenta come suo marito e afferma che Ahoo è madre di due figli e che avrebbe difficoltà di salute mentale. Ma, secondo molti cittadini iraniani e attivisti, si tratterebbe di una strategia per delegittimare le proteste e ridurre al silenzio le voci dissidenti etichettandole come instabili. La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Iran, Maio Sato, ha dichiarato di monitorare con attenzione la situazione, mentre sui social si moltiplicano messaggi di solidarietà verso Ahoo e inviti alla liberazione.
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