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“Perché ho detto no a von der Leyen”. Meloni spiega tutto e non chiude la porta
20-07-2024, 09:18
Un'intervista per chiarire tutte le mosse fatte nel domino dell'Unione Europea. “Io ho detto che il mio partito non avrebbe fatto una maggioranza con la sinistra di ogni colore e non l'ho fatta. Ma questo non ha nulla a che fare con il ruolo dell'Italia, che non è dato dalle scelte dei partiti della maggioranza in Parlamento, ma dal suo peso all'interno dell'Unione europea e dalla credibilità del suo governo. Dopodiché mi pare che in pochi conoscano le dinamiche europee, dove le maggioranze alla prova dei fatti cambiano da dossier a dossier e i partiti della maggioranza italiana, dato il loro peso, possono ampiamente fare la differenza”, sono queste le dichiarazioni di Giorgia Meloni in un'intervista al Corriere della Sera, che spiega il voto contrario del suo partito a Ursula von der Leyen. "Se le opposizioni vorranno collaborare sui vari provvedimenti, in base all'interesse italiano, ne saremo ben felici”, il chiarimento della presidente del Consiglio. Ma sul voto non ci sono stati franchi tiratori in Fratelli d'Italia: "Lo escludono i numeri. Rispetto alla maggioranza che von der Leyen aveva sulla carta ci sono oltre 50 voti in meno. Se l'avessimo votata noi, mancherebbero circa 80 voti. Significa che la von der Leyen in realtà non ha una maggioranza? Interessante...". In ogni caso il voto non è legato alle future deleghe che potrebbe ottenere l'Italia in Commissione: "Io penso che questa lettura sia surreale. Cioè, si sostiene che von der Leyen non riconosca ai Paesi membri il ruolo che il loro peso determina, ma decida in base al fatto che i partiti di governo l'abbiano votata o meno? Penso che la decisione ora spetti alla presidente della Commissione, con la quale abbiamo già dimostrato di saper collaborare lealmente. Anche nei passati due anni noi non facevamo parte della sua maggioranza, ma questo non le ha impedito di ascoltarci quando le nostre tesi erano sensate e utili. E non ha impedito a noi di aiutare la Commissione quando ritenevamo che fosse nell'interesse italiano ed europeo. Non ho ragione di credere che non sarà così anche nel futuro. Io parlo sempre con la presidente della Commissione, è mio dovere farlo e abbiamo imparato a rispettarci a vicenda. Abbiamo collaborato fino ad ora e - sottolinea Meloni - continueremo a farlo anche in futuro. Siamo persone che hanno delle responsabilità e ne comprendono il peso. L'Italia dipende da scelte europee, ma anche l'Europa dipende dall'Italia perché noi non siamo una provincia dell'impero. Siamo uno dei Paesi fondatori, la seconda industria manufatturiera, la terza economia e abbiamo anche il governo più stabile tra le grandi nazioni d'Europa. Tutti riconoscono il peso e il ruolo dell'Italia e sono certa che queste saranno le valutazioni che si faranno quando si definiranno le deleghe". Per il nuovo commissario Ue italiano, ruolo per il quale viene fatto da tempo il nome di Raffaele Fitto, Meloni chiarisce così la situazione: "Io non parto dal nome, ma dalla delega. Quando capiremo, come spero, quale sia il tipo di materia che potrebbe essere affidata all'Italia individueremo, insieme alla maggioranza, anche la persona a nostro avviso migliore. La nostra priorità sono le deleghe di carattere economico, industria, competitività, coesione, che ci consentano di aiutare l'Italia e l'Europa".
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