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“Sei licenziato”: Trump si vendica. Accesso alle informazioni riservate vietato a Biden
08-02-2025, 14:04
Come si suol dire, la vendetta è un piatto che va servito freddo. Ma più che una vendetta, quella architettata da Donald Trump somiglia più a una ripicca verso il suo ormai predecessore alla presidenza degli Stati Uniti. Il due volte inquilino alla Casa Bianca, insediatosi neanche un mese fa, ha già rotto il cordone ombelicale con l'amministrazione precedente. A modo suo: “Non è necessario - ha spiegato sul suo canale Truth social - che Joe Biden continui a ricevere accesso a informazioni classificate. Pertanto, stiamo immediatamente revocando il nulla osta di sicurezza di Joe Biden e interrompendo i suoi briefing quotidiani di intelligence”. Il tycoon, a quanto pare, è uno che non dimentica in un batter d'occhio chi non si è comportato galantemente con lui. E allora ripicca sia: “Ha creato questo precedente nel 2021, quando ha dato istruzioni all'Intelligence Community (IC) di impedire al 45esimo Presidente degli Stati Uniti (ME!) di accedere a dettagli sulla sicurezza nazionale, una cortesia fornita agli ex presidenti”. Ma non è tutto, perché Trump ha proseguito nel suo attacco a gamba tesa nei confronti dell'ex Presidente che gli soffiò la rielezione nel 2020, con una scia di polemiche che si è protratta sino ai nostri giorni. “Il rapporto Hur – un trattato di quasi 400 pagine realizzato un anno fa esatto dal procuratore speciale Robert Hur, repubblicano, ndr - ha rivelato che Biden soffre di 'scarsa memoria' e che, anche nei suoi periodi migliori, non è affidabile sulle informazioni sensibili. Proteggerò sempre la nostra sicurezza nazionale”. Ma sono le successive parole a suonare come un macigno, specie in relazione alle ultime elezioni che hanno visto dominare Trump su Kamala Harris, subentrata in corsa all'acciaccato Biden. “JOE, SEI STATO LICENZIATO”: sembra il capo di un'azienda che inveisce verso un proprio dipendente. Invece è Trump che scrive rivolgendosi a colui che nell'Inauguration Day del 20 gennaio scorso gli ha passato il testimone. Il secondo mandato di Trump come Presidente degli Stati Uniti d'America, al di là di ciò, è iniziato con il botto: subito uno zampino importante messo nella tregua trattata tra Israele e Hamas, ma non solo. Dazi, nomi di mari cambiati, richieste di annessioni di paesi (si veda il caso Groenlandia) e tanto altro ancora. Ultimo, ma non ultimo, l'ordine esecutivo con cui ha chiesto sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi), rea secondo il Capo di Stato americano di aver preso provvedimenti “illegittimi e infondati” nei confronti del suo Paese e di Israele, abusando del suo potere. Una versione di Donald Trump rinvigorita dal plebiscito ricevuto alle elezioni, e più deciso che mai a “MAKE AMERICA GREAT AGAIN!”.
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