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“Sempre più dubbi e il movente non c'era”. La rivelazione del giudice che assolse Stasi
Oggi 13-03-25, 11:34
“Nell'ambito di un quadro incerto, che aveva dei punti oscuri ed equivoci, il movente sarebbe stato un elemento importante. E qui, il movente, non c'era”. Sono queste alcune delle dichiarazioni di Stefano Vitelli, ora alla sezione Riesame del tribunale di Torino, ma nel 2009 il giudice che assolse in rito abbreviato Alberto Stasi per il delitto di Garlasco in cui perse la vita Chiara Poggi. L'ex gup, racconta quella vicenda al Corriere della Sera: “Per il quadro dell'accusa, e parlo ovviamente del primo grado, su Stasi c'era qualcosa che puzzava, detto con orribile termine da film poliziesco, ma sembrava mancare qualcosa che lo incastrasse. Tutto ciò che veniva fatto, aumentava i dubbi”. “Furono fatte simulazioni della camminata e a volte le scarpe si sporcavano altre no, e poi quella bicicletta, e la testimone che ne indicava una diversa, niente tracce di sangue nel lavabo. Alla fine arrivavi sempre alla domanda, è stato davvero lui? C'erano indizi, ma contraddittori e insufficienti. Per non parlare della perizia informatica. Erano pezzetti di puzzle che non si incastravano. E facemmo di tutto”, spiega ancora il giudice. Che poi si sofferma anche su Andrea Sempio, di nuovo finito nell'indagine: “Mi viene in mente una sit di poche righe, dalla quale risultava un fatto un po' curioso, di uno scontrino conservato. Come fosse un alibi”. “Con gli elementi che avevo, era sacrosanto assolvere Stasi. E quel che penso io nell'intimo poco importa, il nostro deve essere un lavoro laico”, la chiosa di Vitelli.
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