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Alluvione Prato, due sindaci Pd tra le richieste di rinvio a giudizio. Lega: caso politico
Oggi 02-08-25, 12:33
A quasi due anni dall'alluvione del 2 novembre 2023, che causò due vittime e danni per milioni di euro nell'area pratese, la Procura di Prato ha depositato undici richieste di rinvio a giudizio per omicidio colposo e disastro colposo. Tra gli imputati figurano l'ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, l'allora assessore alla Protezione civile Simone Faggi, l'assessore all'Urbanistica Valerio Barberis e, per Montemurlo, l'attuale sindaco Simone Calamai e l'assessora Valentina Vespi. Coinvolti anche dirigenti della Protezione civile, del Genio civile e di Autostrade per l'Italia. L'udienza preliminare, presieduta dal giudice del Tribunale Marco Malerba, inizierà il 19 novembre. Richiesta invece l'archiviazione per altri quattro indagati. L'inchiesta, coordinata dal procuratore Luca Tescaroli e dai pubblici ministeri Valentina Cosci e Alessia La Placa, ha analizzato documenti, testimonianze e una superperizia tecnica. Al centro dell'indagine, la valutazione delle cause dell'alluvione: evento imprevedibile o mancata prevenzione e manutenzione? Sarà questo il nodo su cui si confronteranno accusa e difese. Secondo la Procura, i piani di prevenzione si sono rivelati inefficaci, nonostante segnali di vulnerabilità già noti da tempo. “Le notizie diffuse in queste ore confermano un quadro grave e allarmante: sono undici le richieste di rinvio a giudizio depositate dalla Procura di Prato a carico di amministratori e tecnici accusati, a vario titolo, di omicidio colposo e disastro colposo in relazione all'alluvione che ha colpito il territorio pratese nel 2023 – dichiarano l'On.le Elisa Montemagni, Commissario provinciale della Lega, e Claudiu Stanasel, ex Capogruppo Lega in Consiglio comunale a Prato. – Tra le persone coinvolte figurano anche due esponenti di primo piano del Partito Democratico: l'ex sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e l'attuale sindaco di Montemurlo nonché Presidente della Provincia, Simone Calamai.” “Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e auguriamo buon lavoro agli inquirenti – proseguono Montemagni e Stanasel –ma è evidente che questa vicenda non sia più solo un caso giudiziario: è anche una questione politica e amministrativa, che chiama in causa le responsabilità di chi ha governato il territorio negli ultimi anni, ignorando segnali e criticità nella gestione del rischio idrogeologico”. “E il Partito Democratico, che amministra da sempre questi territori, non può continuare a voltarsi dall'altra parte, o far finta che la colpa sia di qualcun altro. Davanti a tragedie come quella dell'alluvione, servono serietà, umiltà e assunzione di responsabilità politica.” “A rendere ancora più grave il quadro complessivo – aggiungono i due esponenti leghisti – è che questo pesante atto della magistratura si somma alla situazione di un capoluogo, Prato, attualmente commissariato a seguito delle dimissioni del sindaco Bugetti, coinvolta in una separata inchiesta per corruzione. Un'intera classe dirigente del Partito Democratico locale è ora al centro di vicende giudiziarie che mettono in discussione anni di gestione amministrativa.” “Prato e la sua provincia meritano trasparenza, rispetto e istituzioni credibili – concludono Montemagni e Stanasel. La fiducia dei cittadini si ricostruisce con i fatti, non con lo scaricabarile. E chi ha governato fino a oggi dovrà rispondere, se non nelle aule di giustizia, almeno davanti alla comunità che ha subito e continua a subire le conseguenze di decisioni scellerate."
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