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Le comunità ebraiche disertano le piazze: "No ai cortei con la sinistra"
27-01-2025, 07:34
Mai «Giorno della memoria» fu più controverso. Questo 27 gennaio, terremotato dopo il 7 ottobre 2023, non sarà come gli altri. Contrastato, contestato dalle stesse comunità ebraiche a cui, dalla sua istituzione nel 2000, la giornata dedicata al ricordo della Shoah era dedicata, diventa lo spartiacque di una rottura violenta. Da una parte, la sinistra che sostiene i Propal, con Anpi e Cgil che presidiano le piazze. Dall'altra gli ebrei italiani, stanchi di essere aggrediti verbalmente, quando non fisicamente. Episodi che sono diventati da alcune decine a molte centinaia e che hanno visto finire nel mirino perfino testimoni sopravvissuti alla Shoah, come Sami Modiano e Liliana Segre, diventati bersaglio di campagne di odio online. Così l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l'Unione dei Giovani Ebrei Italiani e le altre sigle che rappresentano la composita articolazione dell'ebraismo italiano hanno acceso i fari e teso le antenne. Se fino a tre anni fa il 27 gennaio poteva essere una data di celebrazione unitaria, adesso non più. E la Comunità ebraica milanese ha preso una decisione drastica. Non scenderanno in piazza dove vedranno le bandiere dell'Anpi, sigla che ormai secondo loro ha perso non solo i contatti con la storia che dovrebbe rappresentare ma ha anche sposato l'idea che a compiere un genocidio, oggi, sia Israele. Lo Stato nato con l'intento di diventare patria e difensore degli ebrei di tutto il mondo. Accuse irricevibili, per il mondo ebraico e non solo. L'Associazione 7 Ottobre ci vede incursioni di tutto il frastagliato arcipelago antioccidentale: la messa al bando degli ebrei – tornata di moda rumorosamente nelle università e più silenziosamente nei salotti della sinistra – diventa la nuova normalità. Non tutti gli intellettuali però si sono piegati a questo nuovo trend. Ugo Volli, semiologo (Università di Torino) e promotore in Italia dell'ebraismo riformato, è impietoso: «La sinistra ha rifiutato per parecchi decenni di ammettere che ci fosse stato un genocidio contro gli ebrei. Le vittime erano solo cittadini sovietici o polacchi o al massimo resistenti. L'Urss dal ‘56 ha sostenuto tutte le guerre di sterminio contro Israele fra gli applausi della sinistra. Poi hanno raffinato il discorso iniziando a distinguere fra ebrei morti o meglio ammazzati e “sionisti”, ancora da uccidere». Gli occhi sono su Milano. «La decisione presa con determinazione, come Comunità ebraica milanese, per rifiutarci di partecipare a manifestazioni dove sia presente Anpi, è irremovibile. L'anno scorso, in questa ricorrenza, avevano detto che oggi è Israele ad attuare un genocidio a Gaza», ripercorre per Il Tempo il presidente degli ebrei milanesi, Walker Meghangi. «Il giorno della memoria dura poche ore, l'antisemitismo c'è sempre. Chi non ha la sensibilità di parlare della memoria, non partecipi», l'appello che rivolge alle sigle che strizzano l'occhio ai Propal. E sono tante, non c'è solo l'Anpi. Ci sono soggetti dell'area antagonista, Ong, centri sociali e sindacati. Ma c'è anche Avs e un'area contigua al Pd, con i Giovani Democratici che a Milano hanno ospitato, nei loro incontri, personaggi legati all'antisemitismo arabo. «Si tratta di ammettere, per quanto dolorosamente, che non da oggi il Giorno della Memoria è aggredito da un clima che ne soffoca il senso, ne insulta il fondamento e ne annichilisce le ambizioni», dice Iuri Maria Prado, avvocato milanese che ha, tra i suoi clienti, la stessa Ucei. «Ciò che impressiona nell'atmosfera dei valori che il Giorno della memoria simboleggia ed evoca, è il clima politico alimentato da coloro che sembrano non comprendere - o che non vogliono vedere - i profondi mutamenti di una stagione culturale che attraversa le nostre società e, in generale, l'Europa e l'Occidente», chiosa l'europarlamentare della Lega, Anna Maria Cisint. E oggi torneranno a parlare le piazze. Sul futuro e sulla memoria «purtroppo sono molto pessimista» ha detto ieri la senatrice avita Liliana Segre.
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