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Le gemelle Cappa e quegli oggetti sospetti mai sequestrati
Ieri 28-05-25, 12:15
"Non ce ne frega niente... della tua bici, delle tue scarpe e dei tuoi vestiti, perché comunque... insomma si sono fatti capire no! Ok mi sta bene però... c'è da vedere anche il lato umano di tutta la storia". È il 12 febbraio 2008 e Stefania Cappa, gemella di Paola e cugina di Chiara Poggi, si lamenta al telefono con un amico, perché i carabinieri si presentano a casa sua. Non sono interessati a sequestrare la sua bici nera, le scarpe e i vestiti, perché tanto il testimone che l'aveva indicata come la ragazza che la mattina del 13 agosto 2007, tra le 9.30 e le 10, andava a "zig zag" con in mano "un piedistallo tipo da camino-canna da fucile con in testa una pigna" è ormai considerato inattendibile, dopo aver ritrattato dicendo di essersi inventato tutto. I carabinieri, invece, vogliono il tutore della sorella. Paola ci rimane male. "Mi fa: Ste, ma cosa credono di me?". E lei va su tutte le furie: "Gli ho detto a Cassese (Gennaro, comandante della Compagnia di Vigevano che ha svolto le indagini sul delitto di Garlasco, ndr)... loro mi conoscono sanno che sono una testa calda, gli ho detto: 'voi sapete come sono io... e comunque io so... ho sempre collaborato con voi nel massimo del rispetto e tutto quello che volete, comunque se ho il carattere così è perché sono le situazioni che mi hanno resa così...'". "Quando vi trovate una sorella in quelle condizioni, una madre che si considera un po' una fallita perché ha una figlia così e quando ti ritrovi di dover rispondere alla domanda di mia zia: 'come mai la Chiara (Poggi, ndr) non c'è più?'... Vorrei vedere voi se foste al posto mio... se di fronte a questa cosa che state facendo non vi incazzereste!". La gemella a quel punto spiega che i carabinieri, davanti alla sua presa di posizione "si sono scusati... e mi hanno detto: 'E ma tu Stefania devi pensare che comunque se noi siamo venuti qua a farlo e... non lo abbiamo fatto sei mesi fa è perché non ce ne frega niente quella cosa lì se c'è nel fascicolo e basta... non ce ne frega niente della tua bici, delle tue scarpe e dei tuoi vestiti...'". A quel punto la Cappa avrebbe replicato: "Allora se volevate solo il tutore perché non siete venuti... prendervelo sei mesi fa quando è successo il delitto? E loro mi hanno detto: è perché se fossimo venuti immagina cosa avrebbero detto i media?". Di questo rapporto con i carabinieri, nelle scorse settimane, ne ha parlato anche Paola, in uno dei vocali inviati all'ex manager dello spettacolo, Francesco Chiesa Soprani: "Carabinieri, polizia, detective... avevano chiesto a mia sorella di aiutarli a incastrare Alberto Stasi. E quindi gli avevano chiesto di fare un incontro incrociato per capire cosa gli avrebbe detto Stasi". Il riferimento è a quel video tra i due in caserma, registrato solo quattro giorni dopo il delitto e che, alla luce delle parole di Paola, mostrerebbe come fin da subito l'indagine sia stata instradata verso Stasi, tralasciando le altre piste. In quella caserma, Stefania fa delle domande ad Alberto sul ritrovamento del cadavere e prospetta la possibilità che Chiara sia stata vittima di una rapina finita male. “Secondo me qualcuno è entrato lì dentro e lei si è spaventata”, ipotizza Stasi. “Ma alle 9 e mezza?”, esclama la gemella. Un'intuizione sull'orario alquanto suggestiva, visto che in quel momento nessuno conosce l'ora della morte. Quell'orario Stefania lo ripete al telefono con un giornalista, l'11 novembre 2007, che le chiede cosa ha fatto quella mattina. "Mi sono svegliata alle se... ho studiato fino alle 9 e mezza, poi ho fatto uno squillo alla mia amica Lucrezia... siamo stati al telefono fino alle 10 e un quarto". Lui le chiede un'intervista. "Siccome devono valutare l'alibi difensivo non è il momento di parlare", risponde lei. Il 19 novembre l'inviato del tg ritenta: "Non capisco perché hai sta paura... alla fine dici i Ris hanno detto questo, non capisco perché alla fine questo (Stasi, ndr) è ancora libero...". Stefania, più avanti, domanda: "Ma tu le hai in mano quelle 200 pagine?... Vedi io invece ho avuto l'occasione di valutarle... non le posso avere però ho avuto l'occasione di valutarle". Getta poi ombre sugli spostamenti di quel 13 agosto 2007 un altro vocale di Paola a Soprani: "Quando è morta mia cugina, che io ero in casa perché avevo quel gesso nella gamba... lei era in piscina col suo ragazzo... che è il suo attuale marito tra l'altro. Quando mia mamma l'ha chiamata non mi ricordo se ha detto subito al telefono 'è morta la Chiara', comunque le ha detto urlando 'vieni a casa'... è uscita dalla piscina, cioè lei era in piscina, mio cognato l'ha fatta uscire dall'acqua...". Un episodio inedito, visto che gli atti piazzano Stefania a casa sotto la doccia, quando sua madre, intorno alle 15.30, le dice che è morta Chiara Poggi. Le gemelle non sono indagate.
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