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Leone XIV a Castel Gandolfo, Viva: "Averlo qui è una gioia immensa"
Ieri 09-07-25, 08:25
Domenica scorsa è iniziato il periodo di riposo di Leone XIV a Castel Gandolfo e, contemporaneamente, sono iniziate anche le due settimane più impegnative per il vescovo di Albano, monsignor Vincenzo Viva. Dopo 12 anni senza ospitare il Papa, la popolazione della diocesi è in grande fermento e c'è da badare all'aspetto logistico per le messe di luglio e agosto. Camminare tra i vicoli di Albano con monsignor Viva significa mettere in conto di essere fermati ripetutamente dai fedeli del posto che lo apprezzano molto per la giovialità e il tratto pastorale. E sempre col sorriso il vescovo «padrone di casa» ha accolto pochi giorni fa l'illustre villeggiante al suo arrivo a Castel Gandolfo. Lo abbiamo intervistato in una pausa dei preparativi per farci raccontare di questo primo incontro e del clima di attesa e di gioia vissuto da tutta la diocesi. Eccellenza, quali sono le prime parole che ha detto a Leone XIV? «Ho innanzitutto dato il benvenuto al Santo Padre e gli ho detto che la nostra diocesi vuole che lui possa riposarsi e sentirsi qui da noi come se fosse a casa». Non trova che in soli due mesi questo Papa abbia dimostrato un attaccamento particolare alla diocesi di Albano? «Sì, devo dire che sono rimasto sorpreso dalla sollecitudine con cui il Papa ha provveduto a nominare il nuovo cardinale vescovo al suo posto (Luis Antonio Tagle, ndr) ed ha risposto all'invito che gli avevo rivolto dopo l'elezione a celebrare in cattedrale. Sembra quasi che abbia voluto recuperare quel mancato appuntamento del 12 maggio, quando era prevista la presa di possesso come cardinale titolare della nostra diocesi suburbicaria». Cosa ne pensa dell'agenda papale in questo soggiorno estivo a Castel Gandolfo? «Il suo non è solo un periodo di riposo, ma anche un periodo di vacanza. È bello che, tra luglio e agosto, abbia scelto di incontrare per ben quattro volte le persone. Lo interpreto come un segno di attenzione verso il territorio e soprattutto verso la storia della diocesi che, da Urbano VIII in poi, è la residenza estiva dei Papi». C'è stato un Papa contemporaneo più affezionato degli altri a questa diocesi? «San Paolo VI visitò Albano, Genzano, Aprilia, Pomezia. Di domenica usciva come fosse il vescovo locale per realizzare visite pastorali». Come sta reagendo la popolazione locale? C'è chi spera di rivederlo a Palazzo Pontificio? «A Castel Gandolfo c'è la gioia per il recupero di una tradizione molto sentita. Villa Barberini o Palazzo Pontificio non fa differenza: l'importante per i castellani è che il Papa stia qui. Vedremo in futuro se questa soluzione sarà confermata o tornerà a Palazzo. È vero che è diventato un museo con tanti visitatori, ma la struttura è rimasta intatta ed eventualmente non ci vorrebbe molto a riadattarla a residenza papale».
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