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Ue, Aurigemma: in Campidoglio l'evento "70 anni dopo la firma dei trattati di Roma"
09-07-2025, 22:00
A Roma presso l'Aula Consiliare “Giulio Cesare” in Campidoglio, si è tenuto l'evento “70 anni dopo la firma dei trattati di Roma: le Regioni e gli enti locali al centro delle politiche dell'Unione europea”, organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, con il supporto della Delegazione italiana del Comitato europeo delle regioni (Cdr). Presenti, tra gli altri, il Coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e membro del Cdr, Antonello Aurigemma; il Presidente del Comitato europeo delle Regioni, Kata TÜTTŐ; il Presidente della regione Lazio, Francesco Rocca; la vice presidente della regione Lazio e membro del Cdr, Roberta Angelilli; la Presidente dell'Assemblea capitolina, Svetlana Celli; il Presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, capo della delegazione italiana al Cdr; il Presidente dell'Abruzzo e membro del Cdr, Marco Marsilio; alcuni presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome; le conclusioni sono state affidate al Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti. “70 anni fa – così Antonello Aurigemma, intervenuto con una relazione introduttiva - la Conferenza di Messina preparò il terreno per i Trattati di Roma, firmati nel ‘57 dal Presidente del Consiglio Antonio Segni e dal Ministro degli Esteri Gaetano Martino, che istituirono la CEE (Comunità economica europea) e la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). Sono tappe fondamentali della Storia d'Europa e anche del nostro Paese. Noi vogliamo ricordare queste date simbolo, che hanno cambiato il corso della storia e della società sotto vari aspetti. E ora, è importante accelerare il percorso per la costruzione di un'Europa politica, passando dalla moneta unica alla difesa unica, con un esercito europeo, ad un'unica politica estera e una semplificazione e rafforzamento della governance europea, affinché l'Unione europea possa parlare con una voce sola”. “Desidero sottolineare - continua Aurigemma - il ruolo strategico della Regione Lazio, sede della Capitale, come ponte naturale tra l'Unione europea e i Paesi del Mediterraneo. Un ruolo che ci chiama a favorire il dialogo, la stabilità e lo sviluppo in un'area cruciale per il futuro dell'Europa. In quest'ottica, nelle prossime settimane intendo promuovere – in qualità di Presidente del Consiglio regionale e con la Conferenza – un'iniziativa che possa riprendere la proposta di istituire quella banca per lo sviluppo del Mediterraneo che avrebbe dovuto spostare finanziamenti europei verso i paesi del mediterraneo, così come è stato fatto per i paesi dell'est europeo, in collegamento con il piano Mattei che il Governo Meloni sta portando avanti con grande forza e lungimiranza” “Tornando ai Trattati di Roma – prosegue Aurigemma - il loro obiettivo era insieme visionario e concreto. Visionario perché puntava a un'unione sempre più stretta fra i popoli europei, come esplicitamente dichiarato nei documenti fondativi. Concreto perché individuava nella cooperazione economica lo strumento immediato per garantire pace e prosperità. L'idea di fondo era che l'integrazione europea dovesse andare di pari passo con la coesione economica e sociale, sollevando le aree più arretrate e garantendo opportunità omogenee a tutti i cittadini europei, a prescindere dal territorio di nascita e riducendo le disparità regionali. Quell'intuizione dei padri fondatori resta attualissima. Per questo la politica di coesione, nel corso dei decenni, è diventata una delle politiche più concrete, più tangibili e più vicine ai cittadini dell'intera costruzione europea”. “Il Comitato delle Regioni (Cdr), istituito ufficialmente nel 1994 – aggiunge Aurigemma - ha così incarnato il principio di sussidiarietà sancito nei Trattati: le decisioni, per quanto possibile, vanno prese al livello più vicino ai cittadini. Il Cdr ha dato modo alle comunità locali di influenzare molte politiche europee – dai trasporti all'ambiente, dalla formazione alle reti transeuropee – materie che hanno un impatto diretto o significativo sulle Regioni e sugli enti locali, per le quali la Commissione europea è tenuta (per Trattato) a consultare il Comitato delle Regioni. Il Cdr lo ha detto con chiarezza: la politica di coesione deve rimanere il cuore dell'Europa, non un capitolo residuale. Per questo, occorre rafforzarla. Innanzitutto, garantendole un bilancio adeguato e stabile nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. In secondo luogo, semplificando le regole, riducendo la burocrazia e rendendo più accessibile l'uso dei fondi. Ma per rafforzarla occorre affidarsi ai territori. Le Regioni devono essere coinvolte fin dalla fase di progettazione delle politiche, non solo nella loro attuazione. Una politica di coesione moderna deve essere capace di adattarsi alle specificità di ogni territorio. Deve avere flessibilità, rapidità, capacità di ascolto. Deve essere costruita dal basso verso l'alto e deve sostenere in modo particolare quei territori che oggi vivono situazioni di difficoltà strutturale”.
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