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Lettera di un iraniano: "Noi, vittime del regime. Ogni attacco ci avvicina alla libertà"
Oggi 15-06-25, 11:59
Caro Direttore, negli ultimi giorni il conflitto tra la Repubblica Islamica dell'Iran e lo Stato di Israele ha raggiunto una nuova fase di intensità. Israele, da sempre minacciato dal regime di Khamenei, ha il diritto legittimo di difendersi. Questo diritto è ulteriormente giustificato dal fatto che l'Iran non riconosce l'esistenza di Israele, come evidenziato dal divieto riportato sull'ultima pagina anche del mio passaporto iraniano di recarsi nella cosiddetta «Palestina occupata». Questa negazione dell'esistenza di Israele rappresenta una minaccia costante che giustifica le azioni difensive del popolo israeliano. Parallelamente, il rapporto della Repubblica Islamica con i propri cittadini è caratterizzato da una lunga storia di repressione e violenza. Numerosi episodi di massacri durante le manifestazioni, con l'ultimo scatenato dovunque dopo la morte di Mahsa Amini, hanno evidenziato la brutalità del regime. Questi atti di violenza hanno portato il popolo iraniano a essere sempre più determinato a mettere fine a questa teocrazia sanguinaria. La leadership iraniana, guidata da Seyed Ali Khamenei, considerata una delle più violente della storia, ha perso il sostegno di una popolazione stanca di vivere sotto un regime oppressivo. Nonostante la devastazione e la morte che possono derivare dagli attacchi israeliani, molti persiani vedono in queste azioni una nuova possibilità. Per alcuni, l'intervento di Israele rappresenta una speranza di cambiamento, un'opportunità per porre fine all'Islam radicale sciita che ha tenuto in ostaggio l'Iran per oltre quattro decenni. Questa alleanza tra due popoli, storicamente molto vicini, con Ciro il Grande, Re persiano, che nel 537 a. C. permise agli ebrei di tornare in Giudea e ricostruire il Tempio, ponendo fine alla loro prigionia babilonese, potrebbe finalmente liberare una terra ricca di risorse e cultura, trasformata in una terra bruciata, povera e isolata a causa del regime attuale. Si può dire che il conflitto tra la Repubblica Islamica e Israele è complesso e radicato in questioni storiche, politiche e sociali profonde. Mentre Israele cerca di difendersi dalle minacce esistenziali, il popolo iraniano lotta per la propria libertà e dignità. La speranza è che, attraverso questi eventi, possa emergere un futuro migliore per entrambi i popoli. Io risiedo in Italia da tredici anni, ma ho trascorso gran parte della mia vita in Iran, sotto il regime sciita. Per anni la nostra voce è rimasta inascoltata, soffocata dalle mura della prigione che il regime ha eretto intorno a noi. Tuttavia, le cose stanno cambiando. Sempre più persone riescono a distinguere il popolo iraniano dal regime stesso. Nessuno dovrebbe essere felice di essere bombardato, ma questa può rappresentare una speranza per la nostra lotta. Ogni attacco indebolisce drasticamente il regime, avvicinandoci un passo alla libertà che abbiamo tanto desiderato.
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